Galleria

en plein air

Paesaggio

Giovanni Buoso

Colori acrilici, spago e fettucce verdi su piatti in cartone di legatura di volume antico

20 x 20 cm

2019

Giovanni Buoso è nato a Legnago (Vr) nel 1950. Vive e lavora ad Asti. Dopo aver compiuto gli studi artistici ad Asti presso il Liceo Artistico Gandolfino d’Asti, si diploma presso il Liceo Artistico di Brera a Milano. In seguito frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, allora diretta da Francesco Casorati. Dal 1975 ha esposto le sue opere a diverse collettive e personali in Italia e all’estero, in particolare alla Promotrice di Belle Arti di Asti; alla Galleria La Giostra di Asti; alla Mostra Interregionale Incontri Pittori Lombardi e Piemontesi al Castello di Costigliole d’Asti; alla Mostra Internazionale Free World al Palazzo delle Esposizioni di Roma; al Salon d’Automne del Grand Palais di Parigi; al Concorso Nazionale di Pittura “Cesare Pavese” di Santo Stefano Belbo (Cn), dove viene premiato con il Primo Premio; alla Galleria La Bussola di Torino; alla Galleria Lo Spazio di Brescia; alla Galleria Il Platano di Asti nel 1997; al Castello Malgrà di Rivarolo Canavese nel 1999; alla Fondazione Ferrero di Alba (CN) nel 2002; alla Libreria Bocca di Milano nel 2004; al museo Sant’Anastasio di Asti nel 2006; alla Galleria Il Platano di Asti e alla Galleria Rocca Tre di Torino nel 2007; alla 1° edizione premio nazionale di pittura Romano Reviglio, Città di Cherasco nel 2010;

alla Galleria Massucco di Acqui Terme nel 2011; a Poesia come arte Davide Lajolo Castello di Costigliole d’Asti nel 2012; alla Galleria Caracol Art di Torino nel 2013; alla Mostra (IM)MATERIALI nel Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo nel 2014; alla Galleria d’Arte Contemporanea Filippo Scroppo di Torre Pellice (To) e al Palazzo Monferrato di Alessandria nel 2015; al Palazzo Samone di Cuneo nel 2016; al Museo Diocesano San Giovanni di Asti nel 2016; a Villa Giulia di Verbania nel 2017; a il Busto Mistero di Alba (Cn) nel 2018. Svolge la professione di Restauratore di manoscritti e pergamene antiche, che lo porta al contatto quotidiano con materiali vetusti, inusuali, spesso polverosi e malandati, ma sempre preziosi e affascinati. Ha modo di studiarli, apprezzarli, recuperarli ed è così che ormai inutili brandelli di antiche carte, frammenti di pergamene, pezzetti di pelli e tele, scarti di volumi e manoscritti, schegge di legni usati e profumati di storia, dalla sensibilità dell’autore vengono fatti risorgere a una nuova vita, trasformandosi in inconsuete e singolari opere d’arte astratte, in cui ogni elemento è al contempo se stesso e qualcos’altro. Il passato è così restituito in una veste rara e inusuale.