Sergio Unia è nato nel 1943 a Roccaforte Mondovì (Cn). Vive e lavora a Torino. L’ambiente artistico torinese gli è stato da stimolo per la sua formazione. Nel 1970 ha seguito i Liberi Corsi di Nudo di Filippo Scroppo all’Accademia Albertina delle Belle Arti. La sua prima personale è stata realizzata a Torino nel 1971 e da allora il suo lavoro si è intensificato e perfezionato, focalizzandosi sulla scultura, tecnica espressiva che diviene il centro dei suoi interessi. Seguiranno più di 130 mostre personali in Italia e all’estero. Oltre che nella Fondazione Villacero di Monterrey (Messico), sue opere sono presenti in collezioni pubbliche della Valle d’Aosta e Piemonte, della Provincia di Cuneo e Alessandria, del Comune di Acqui Terme (Al), in chiese dell’Astigiano e dell’Imperiese, al Casinò di Saint Vincent (Ao), al Museo Diocesano di Susa (To), nelle Pinacoteche di Pinerolo (To), Gaeta (Lt), Guarene (Cn) e Rubiana (To), nel Palazzo Comunale di Ulzio (Cn), alla Cassa di Risparmio di Asti, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, all’Associazione Orafi di Valenza (Al), al Museo della ceramica di Mondovì (Cn), nel Museo di scultura di
Santa Maria di Leuca (Le) e nel Museo degli Orsanti a Compiano (Pr). Ha realizzato opere dedicate a personaggi dello sport, politica e spettacolo. Nel 2002 è autore della fontana con girotondo di bambini a Mondovì Breo e nel 2007 del monumento dedicato ad Augusto Manzo ad Alba. Nel 2011 ha partecipato alla 54ª Edizione della Biennale di Venezia – Padiglione Italia, al Palazzo delle Esposizioni a Torino. Il 19 marzo 2013 è stato nominato membro della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon di Roma nella classe scultori. Nel 2018, ha allestito una sua importante antologica nel Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Unia muove da una prima esperienza di figurazione “impegnata”, contraddistinta dal pathos dei soggetti trattati, sia civili che religiosi (episodi della Resistenza, Crocifissioni e Prigioni), per approdare, intorno alla metà degli anni Ottanta, ad una ricerca di indiscutibile livello tecnico, incentrata sull’approfondimento di tematiche legate alla danza e alla bellezza femminile, concepita secondo un inconfondibile canone idealizzante.