Galleria

en plein air

Libertà perdute

Gaetano Usciatta

Acquerello su carta

20 x 20 cm

2019

Gaetano Usciatta è nato a Santa Maria Imbaro, in provincia di Chieti, nel 1944. Vive e opera a Piano Quinto, frazione di Roccasparvera (Cn). L’artista ha trascorso l’infanzia e la sua prima giovinezza tra distruzioni e ricordi amari di aspre battaglie, che non hanno risparmiato la sua terra natale. Si è diplomato presso l’Istituto di Belle Arti di Lanciano e nel novembre 1961, a diciassette anni, si è trasferito a Torino, inserendosi in un nuovo ambiente di lavoro. Impegnandosi in attività lavorative notturne, ha potuto frequentare durante il giorno l’Accademia Albertina di Belle Arti, nella quale si è dedicato con passione crescente alla scultura. Ben presto però, sotto l’assillo degli impegni lavorativi, Usciatta ha dovuto interrompere i suoi interessi artistici. In anni più recenti, quindi, dopo un periodo di stasi, l’artista ha ritrovato la propria dimensione creativa, che gli ha permesso di superare l’involontario silenzio e di operare con sempre più significativi riconoscimenti. È stato insignito, in particolare, del titolo di Cavaliere Accademico dall’Accademia Internazionale Greci-Marino – Accademia del Verbano 

nel 1998. Ha partecipato a mostre personali a Torino, Pinerolo, Vercelli, Saluzzo, Cuneo, e a collettive a Roma, Torino, Zagabria, Aosta, Como, Ciriè, Giaveno e Cuneo (alla Fondazione Peano nel 2012, a GrandArte 2013 nel Complesso Monumentale di San Francesco nel 2013, in Palazzo Samone nel 2017, per grandArte 2016/2017). Suoi lavori si trovano in collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti, in Argentina, in Francia e in Italia. La scultura di Usciatta è innanzitutto contrassegnata dalla sapienza della lavorazione dell’argilla, della cera, del gesso patinato, del legno, della pietra, del bronzo e dell’ottone, che gli permette di trasmettere energia vitale alle sue figure stilizzate di animali mutanti e ai suoi personaggi umani: gli uni (uccelli, pesci, insetti, mammiferi) appaiono in forme di residui fossili, portatori, come ammoniscono i titoli che li accompagnano, di una critica severa contro l’uomo civilizzato e industrializzato; gli altri comunicano confronto atletico, ma anche scontro fisico violento, sofferenza incolpevole o aspirazione all’originaria e oramai perduta armonia con la natura.