Galleria

en plein air

Lampyrides

Lucio Maria Morra

Acrilico su tela su compensato

20 x 20 cm

2019

Lucio Maria Morra, in un recente articolo di Carlin Petrini su Repubblica, inserito in una rubrica dove vengono segnalati personaggi piemontesi che bisogna conoscere e ri-conoscere, si è parlato di Lucio Maria Morra, una poliedrica figura di artista, ritornato nell’86 nella sua regione di origine (è nato a Fossano nel 1952) dopo un lungo soggiorno (1977-1983) in Brasile, dove ha svolto un’apprezzata attività di pittore, che, comunque, non ha abbandonato. Dopo il Liceo Scientifico e Matematica all’Università di Torino, alle soglie della laurea ha interrotto gli studi per dedicarsi all’arte. Dal 1977 al 1980 ha lavorato in stretta collaborazione col pittore Luiz Hamen a Santos, sviluppando un’intensa attività come serigrafo. Nell’arco di dieci anni, dal 1976 al 1986, ha prodotto circa 2000 opere grafiche e pittoriche, realizzando decine di esposizioni, partecipando a vari concorsi e ottenendo significativi premi e riconoscimenti. La sua feconda ed eclettica produzione nell’ambito delle arti figurative (quadri, decorazione, restauro, grafica, design, computer grafica, webmastering) è stata continuativamente sviluppata. Ma, è dal 1986 che l’interesse principale di Morra si è rivolto verso la Gnomonica, l’arte delle meridiane, che sono diventate la sua principale attività professionale: circa 200 impianti realizzati in Piemonte e in molte altre regioni italiane, come pure in Francia per conto di enti pubblici e di committenti privati. Una delle ultime è una grande meridiana in Piazza Solferino, a Torino. Oltre alla costruzione e al restauro dei quadranti solari, si è dedicato alla divulgazione della Gnomonica attraverso pubblicazioni, mostre, corsi e conferenze, e alla catalogazione del 

patrimonio gnomonico locale. Dal 2011 ha ripreso risolutamente l’attività pittorica. Il proprio percorso artistico è stato sempre interpretato da Morra come un cammino interiore. Dal 2009 al 2011 ha collaborato, in qualità di progettista e coordinatore delle opere, alla ristrutturazione architettonica della dimora storica Palazzo Righini in Fossano (hotel, ristorante e lounge bar) e al restauro dell’attigua Chiesa dei Battuti Neri (centro congressi).  Dal 1998 è monaco buddhista di tradizione Zen ed è responsabile del Dojo Zen Sanrin di Fossano. A proposito delle opere di Lucio Maria Morra, così ha scritto Derio Olivero nel 2015: “Aprono squarci. Le guardi e si aprono mondi. Non descrivono, evocano. Ti invitano a lasciar venir fuori il desiderio che ti abita, a farlo diventare relazione con il tutto, con il mistero, con l’oltre”. E come ha evidenziato Giuliana Bèrengan nel 2016, Morra “si nutre di […] ‘divina ispirazione’”, operando “attraverso un’attitudine di pensiero e di visione, che è disponibilità a lasciarsi attraversare, che è fiducia nella forza creatrice”. Di fronte ai suoi pensieri pittorici sapienziali, ci si libra “in una danza libera”, lasciando scorrere “a vita”, che si dispiega “sulle tele a trovare le ragioni del proprio essere nel rimescolarsi di quella materia che si carica di valenza simbolica”. Si è immersi in “mondi fluttuanti”, sui quali “vanno ad imprimersi, unica solida presenza, le parole che si stagliano ieratiche, immobili come pilastri di un tempio pronte a sostenere il moto delle passioni, l’andare e ritornare delle esistenze nell’eterno ciclo di morte e nascita”.