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Pale di fichidindia e altro

Piero Corpaci

Olio su tela

20 x 20 cm

2020

Piero Corpaci è nato nel 1949 a Catania. Si è diplomato presso il Liceo Artistico della sua città negli anni della contestazione giovanile, quando grandi fermenti agitavano il panorama politico-culturale in tutto il mondo. Da studente è stato attivo nella battaglia delle idee. La sua carriera artistica è iniziata negli anni ’70 con la partecipazione a varie manifestazioni nazionali e internazionali, fra le quali il XIII, XIV e XV Premio Joan Miró, la X Quadriennale Romana del 1075 e la Mediterranea Due. Negli anni ’80, la sua attività espositiva si è concentrata in operazioni locali, ma di qualità, come la Rassegna Continuo/Discontinuo curata da Francesco Gallo e Gerardo Pedicini a Paternò (Ct) nell’81, la Mostra di Artisti Siciliani Contemporanei Corde dell’Arpa a cura di G. Frazzetto nell’ex Monastero dei Benedettini dell’85 e la Mostra d’Arte Siciliana a Niscemi (Cl) nell’86. Nel 2010, per la sua personale esposta al Palazzo della Cultura – Ex Convento San Placido di Catania, il pittore Tano Giuffrida ha scritto che l’“assioma pittura-vita di Piero Corpaci è stato chiaro sin da quando fu fondato il Liceo Artistico a Catania; tra i primi allievi ad essersi diplomato ha continuato ad insegnarvi discipline pittoriche fino ad oggi, proseguendo inamovibile a produrre dipinti ininterrottamente. Breve la parentesi a Roma negli anni del fervore creativo alla fine degli anni Sessanta, percepisce a pieno gli spunti

da sviluppare nel suo lungo percorso creativo. Solitario come le sue nuvole, caparbio come il suo ‘gobbetto portafortuna’ è sempre sulla barricata dello scontro culturale tra il dipingere come vita contro il dipingere come mistificazione dell’arte. Maestro per antonomasia, ha formato innumerevoli generazioni di artisti a guardare al futuro della pittura, rimanendo tutt’ora un modello per le nuove e future leve. Piero Corpaci storicizza in questa città ‘il fare pittura’ proiettandolo come esempio universale in un’epoca di grande confusione mediatica e semantica. Oggi Corpaci con i suoi dipinti è arrivato alla soglia del non ritorno, là dove giungono solo gli intelletti lungimiranti ed audaci, coloro che sanno che la strada è in salita e con passo fermo e sicuro l’affrontano giorno dopo giorno. Scoprendo, finalmente arrivato alla (non)meta / al (non)luogo da dove si può librare per arditi voli al di là di tutte le miserie umane, a cosa serve dipingere e che tra la vita e l’arte non esiste nessuna differenza. La vita va vissuta con coerenza e con il coraggio di raccontarla in prima persona. La sua non è pittura figurativa, ma Pittura priva di materia, eterea, virtuale, sospesa nell’incorporeo oltre la realtà, là dove lo spirito incontra l’eterno e tutto è luce e immensità”.