Alberto Criscione è nato a Ragusa nel 1981. Figlio d’arte, ha imparato i rudimenti della scultura nella bottega del padre Giuseppe, presepista conosciuto in ambito internazionale. Ha iniziato a lavorare giovanissimo, realizzando progetti monumentali, come Vie Crucis e scenografie museali in tutta la provincia. Dopo oltre dieci anni di esperienza nel campo dell’Arte Sacra, ha deciso di avvicinarsi all’Arte Contemporanea e intraprendere un nuovo percorso di sperimentazione. Dal 2008 al 2014, ha incontrato molti maestri ceramisti e scultori in giro per l’Italia e in Danimarca, da cui apprende nuove tecniche, come la lavorazione del grès e della porcellana, la cottura ceramica in grandi fornaci, la fusione del bronzo a cera persa, la scultura lignea, lo stampaggio con le resine sintetiche. Grazie a queste esperienze, ha dato vita ai Golem People, sculture oniriche che segnano un netto distacco con le opere giovanili e che vengono pubblicate sul mensile “Arte” della Mondadori, numero di settembre 2009. Trasferitosi in pianta stabile a Palermo, nel 2015 ha esposto Agorà, un progetto ispirato al teatro greco proiettato nella nostra società, in una personale presso lo spazio neu [nòi]. Sulla scia di Agorà, ha rielaborato i miti dell’antica Grecia e ne ha creato una versione moderna che ha chiamato Myth Reloaded in esposizione ad ottobre 2016 e a giugno 2017 nella collettiva U’Marimotu, prima alla galleria XXS Aperto al Contemporaneo di Palermo e dopo alla Costantini art Gallery di Milano; quindi, nel 2018, nuovamente da neu [nòi], a palazzo delle Aquile per la mostra Vergogna Ritrovata e nell’antica chiesa di Santa Maria dello Spasimo. In seguito, è stato selezionato per le residenze d’artista Sense del MABOS (Museo di Arte nel Bosco della Sila), dove ha realizzato una scultura a grandezza naturale dal titolo Goodbye Glory
Dreams, che raffigura una rivisitazione dell’ultima battaglia dell’eroe Achille. Nel 2019, ha partecipato al FACE Festival di Reggio Calabria, per il quale ha realizzato una scultura olografica, insieme all’artista Angelo Gallo di Camera 237, per la serie Eroi Sensibili. Nell’autunno dello stesso anno, ha esposto la sua nuova serie di sculture Ieropatie nella chiesa di San Bartolomeo a Ragusa Ibla. È tra gli artisti presenti alla Galleria Raffaello di Palermo, nella quale ha partecipato alla collettiva Rapsodie, che vi è stata allestita nel 2021. Per Myth Reloaded, Michelangelo Pavia ha specificato che il “lavoro compositivo di Alberto Criscione è frutto di un lento processo elaborativo che, da un impulso istintivo che immediatamente prende forma in bozzetti e schizzi, diventa poi una forma scultorea in cui emergono i dettagli che caratterizzano l’opera, creando quel legame con il fruitore. Dio e mito sono nei dettagli”. E in Ieropatie, Andrea Guastella si è interrogato sul significato delle sculture dolenti di Criscione, che appaiono come “tante figure appese alle pareti” di una “stanza” che “è una via di mezzo tra una bottega e un ospedale. Non ce n’è una in piedi, né una che sia sana. Mancano tutte di qualcosa, nessuna è senza cura. È come se la frattura fosse ciò che le rende vive e vere. Il gioco dell’artista è proprio questo: costruirle, e poi distruggerle, e distruggerle ancora… È un mettersi al riparo da una bellezza che non c’è, che non sussiste in opera compiuta. Non si sfugge alla morte: a nulla vale ingannarla anticipandone gli effetti. Eppure Alberto Criscione un piccolo miracolo è riuscito a realizzarlo… La perfezione è un sogno troppo breve. Gli eroi di Alberto stiano pure tranquilli. La morte non li ha dimenticati, li ha già presi. E non ha alcuna intenzione di tornare”.