Galleria

en plein air

Icona circolare

Nicolò D’Alessandro

China su carta

20 x 20 cm

2020

Nicolò D’Alessandro è nato Tripoli (Libia) nel 1944 da genitori siciliani. Palermitano di adozione, è noto, nel panorama nazionale e internazionale, per la continua e intensa vita artistica iniziata nel 1961. Si è sempre interessato di ricerca estetica, contribuendo con scritti critici. Svolge un’intensa attività grafica, curando oltre cento libri con copertine e disegni, più di ottanta impaginazioni e numerosi manifesti. Ha firmato scene e costumi di spettacoli teatrali. Molte le pubblicazioni. Numerosi disegni sono stati pubblicati in riviste, giornali e libri in Italia e in molti altri paesi. È autore del disegno a china più lungo del mondo, “La Valle dell’Apocalisse” (metri 83,50 x metri 1,50), iniziato il 6 novembre 1989 ed esposto nel 1991 in anteprima assoluta a Racalmuto (Ag) e nel 1992 in anteprima mondiale a New York. Dal 1963, ha tenuto centodieci mostre personali e oltre duecento collettive su inviti di gallerie, enti ed istituzioni culturali in Italia, in Europa, nella Federazione Russa, in Libia e negli Stati Uniti. Vastissima la bibliografia e molto è stato scritto sul suo lavoro in Italia e all’estero. È autore di numerosi libri di narrativa e scritti critici. In visita nel 2019 al Laboratorio Museo del Disegno ospitato nella casa d’arte palermitana di Nicolò D’Alessandro, il giornalista e fotografo Nino Giaramidaro non ha nascosto la sua fascinazione entrando nei “centro metri quadrati affollati di opere autoctone e di mozziconi di altre culture, tante altre lontane e vicine, ci si muove circospetti, controllando passi e gesti. Per non rischiare di calpestare una statuetta di Bali, una miniatura errante, un rotolo dove c’è illustrata, a lungo, la lingua secondo la vulgata della mano di D’Alessandro. Mano responsabile 

del disegno a china più lungo del mondo: 83,50 metri per 1,50. Attenzione, su un tavolo e sul piccolo mobilio d’intorno ci sono le ‘scatole magiche’ dalle quali fuoriescono strisce di carta manoscritte. Ad una ad una somigliano a ‘una lunga, scura, triste lingua, per formare una pozza’ di incomprensibilità e suggestione. L’immaginazione si dispiega su illustrazioni, intarsi e grafie che sembrano familiari ma che difendono i segreti di popoli, etnie, genti sconosciute e sulle quali le nebbie della mente non hanno mai concesso di interrogarsi” (http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/nella-wunderkammer-di-nicolo-dalessandro/). E in intervista rilasciata a Gaetano M. Piscopo nel 2017, D’Alessandro ha dichiarato che è nel “complesso rapporto tra scrittura e arti figurative” che “si muove” la sua “ultima produzione recente. Un gioco consapevole tra ‘memoria’ e ‘scrittura’ creativa alla ricerca di possibili indizi comunicativi. Metto scrittura tra virgolette intendendo sia il gesto della scrittura, sia i suoi automatismi, non i suoi significati che nel caso specifico non hanno un ruolo attivo. Una riproduzione tra imitazione ed invenzione, tra gioco e mistero. Tra consapevolezza ed attesa. Attingo al grande serbatoio delle variabili segniche delle scritture alfabetiche, ideogrammatiche. Il tutto muove dalla certezza che un’immagine possa vivere anche attraverso lo sguardo degli altri con risultati non prevedibili” (https://www.siciliaonpress.com/2017/06/27/il-pittore-che-racconta-la-sicilia-nel-mondo-intervista-a-nicolo-dalessandro/).