Carlo Maglitto è nato a Lentini (Sr) nel 1940. Ha compiuto gli studi artistici presso il centro antroposofo di Arlesheim in Svizzera dove ha frequentato corsi di euritmia, disegno dal vero e acquarello. Rientrato in Italia si è laureato in Scienze Motorie con tesi sulla organizzazione di volontariato a indirizzo psicanalitico. Stabilitosi a Bordighera (Im), ha frequentato Guido Seborga, Francesco Biamonti, Biancheri (Ciacio), Enzo Bernardini. Ha iniziato come corrispondente con la collaborazione con il “Lavoro Nuovo” di Genova. Ha pubblicato nel 1980 una raccolta di poesie intitolata Documento in frammenti di una reggenza antica, con il contributo spirituale dello scrittore Giuseppe Conte e con la prefazione della poetessa Rosita Copioli. Ha partecipato a letture di poesie in pubblico con i poeti Mario Baudino, Giuseppe Conte, Nico Orengo, Roberto Mussapi e ha scritto testi teatrali per il progetto “Salviamo Bussana Vecchia”. Nello stesso periodo, ha aperto lo studio a Bussana Vecchia ed è venuto a contatto con artisti internazionali. In pittura e in scultura, dopo un inizio informale, si è dedicato allo sperimentalismo di materiali non canonici, rimanendo ancorato a concetti che riprendono temi fondamentali della psicanalisi freudiana. In un’intervista ha dichiarato: “I miei lavori, intesi come retaggi psicologici, scaturiscono dalla resistenza dell’eros al thanatos in continua dialettica per la supremazia della vita sulla morte, una lotta fatta di eroismi e di arrese. Sono opere che lasciano sulla mappa della vita totem simbolici”. Il gallerista Serafino Beniamino lo ha stimolato a creare opere di ampio respiro che poi verranno esposte in una personale presso la sua Galleria di Sanremo. Entrato in una fase di riflessione, si è rifugiato nella sua baita di Langan nelle Alpi Liguri alle spalle di Ventimiglia: molti lavori, infatti, verranno firmati con lo pseudonimo Langan. Intorno agli anni ‘80, ha viaggiato in estremo oriente e ha approfondito da vicino la cultura buddista, praticando la meditazione nei monasteri thailandesi.
Poi per dieci anni si è dedicato allo studio e alla formazione psicanalitica, divenendo fondatore e redattore della rivista psicanalitica “Thèlema”. Legatosi all’artista-giornalista Judit Török, si è trasferito con lei a Cipressa (Im), dove insieme hanno aperto la Villa Biener – Parco d’Arte Contemporanea e Museo delle Culture Migranti. Ha partecipato a innumerevoli mostre collettive e personali, tra cui la 52a Biennale di Venezia (evento collaterale: Camera 312 – promemoria per Pierre, Dorsoduro, Venezia). Le sedi più importanti delle sue personali e collettive sono: Art Jonction di Nizza, Castello di Haute de Cagnes, Museo Cittadino di Mentone ed Espace Poisson d’Or di Lyon (Francia), Amsterdam (Olanda), Trier e Potsdam (Germania), Innsbruck (Austria), Budapest (Ungheria), Lussemburgo. In Italia: Galleria Zarathustra di Milano, Spazio Mouv’, Foyer Morfè e Museo dell’Automobile di Torino, Imbiancheria del Vairo di Chieri, Biennale del 2007, evento collaterale, a Venezia, Galleria Beniamino, Museo di Villa Regina Margherita e Accademia Balbo di Bordighera (Im), Galleria Mongolfiera di Sanremo (Im), Galleria Sant’Agostino di Ventimiglia (Im), Galleria Skin e Lupier di Brescia e Val Trompia. Fulvio Cervini, per la mostra personale di Carlo Maglitto allo Spazio Mouv’ del 2014, ha sottolineato come l’artista coltivi “da tempo un’elegia dei relitti innervata di forte tensione morale. In passato tagliava nel cartone forme di lamiere arrugginite che parevano estratte dalle profondità marine e testimoniavano il naufragio di una forma che non voleva morire; ora ricorre a un supporto che in apparenza nega la natura di materia artistica – il catrame, appunto – per disegnare, come in negativo, pagine di libri combusti o fossili preistorici, tracce di vita perduta ma ritrovata, con lo spirito di chi cerca di costruire un’arca che sia al tempo stesso quella di Noè e quella dell’Alleanza: uno scafo che salva l’umanità navigando nel mare nero, ma anche un distillato di pensiero che possa affrontare e battere la nera morte”.