Galleria

en plein air

(Figura di Re) Travicello

Giovanni Matano

Acrilico su compensato

20 x 20 cm

2021

 

Giovanni Matano è nato nel 1944 a Cascano Sessa Aurunca (Ce) e attualmente vive e opera a Castellamonte (To). Terminato il ciclo di studi artistici e conseguite le abilitazioni per l’insegnamento artistico, è diventato titolare di Discipline Pittoriche al Primo Liceo Artistico di Torino. Tra le principali mostre personali, si segnalano: 1990-2019, Mostra Internazionale della Ceramica, Castellamonte (To); 2011, Antologica, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Saint Vincent (Ao); 2015, Terre Differenti, Castellamonte (To); 2016, Canti Lontani, Museum Ciurlionis Art, Kaunas (Lituania); 2017, Opera Permanente, Devil’s Museum, Kaunas (Lituania). E tra le principali collettive, si ricordano: 1986, XIa Quadriennale di Roma; 1997, Premio Trevi Flash Art Museum, Trevi (Pg); 2001, Arte, Saint Amand en Puisaye (Francia); 2005, Mostra Internazionale Ceramica, Vallauris (Francia); 2007, AB Origine: Dal Primitivismo di Gauguin all’età dell’oro di Dostoevskij, Museo della Carale, Ivrea (To); 2008, AB Origene: Dal Primitivismo di Gauguin all’età dell’oro di Dostoevskij, Palazzo del Broletto, Como. I dipinti e le sculture realizzate con la terra di Castellamonte da Giovanni Matano si presentano in aspetto di facce, maschere, creature primordiali o demoniache, espresse con un intenso stile espressionistico e primitivistico.

Per lo scrittore e autore teatrale Domenico Trischitta, l’”arte pregevole” di Matano è intimamente “primitiva”, tanto da diventare “ricerca antropologica e filosofica, che parte” dalle “maschere tribali per ribadire impulsi e vitalità inconsce, fame vera e propria ma anche fame di vita e di scoperta. Una ricerca che dall’inizio dei tempi ha portato l’uomo ad affinare la tecnica ma che non può prescindere dai bisogni primari. Bocche aperte, bocche da sfamare, bocche meravigliate, bocche chiuse ma come cucite dal silenzio imposto dal potere. Ma volti che compongono un mosaico di emozioni umane, come a ricordarci che la solidarietà può sempre salvarci da un isolamento forzato che non ammette unioni, abbracci, scambio di idee, tenerezze tra figli e madri, tra amanti furtivi, come in una dittatura dello spirito che si autoimpone restrizioni e divieti. Ma a Giovanni Matano non importa più di tanto, lui continua a dialogare con le sue marionette inanimate ma che lui può in qualunque momento rianimare fino all’eterno. ‘Le maschere sono stati d’animo, emozioni che arrivano direttamente al cuore di chi le osserva. Un salto indietro nel tempo, verso quelle origini primordiali che ci appartengono, verso quelle emozioni che accomunano tutto il genere umano: sesso, dolore, stupore, meraviglia o paura’ (Giovanni Matano)”.