Galleria

en plein air

Terra Aria Acqua

Raffaele Mondazzi

Terra cotta montata su tavola

20 x 20 cm

2019

 

Raffaele Mondazzi (Mercato Saraceno, Forlì, 1953 – Torino, 2019) si è trasferito nel ’60 a Torino, dove ha frequentato il Liceo Artistico e il corso di Scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti, allievo di Sandro Cherchi e Pietro Lorenzoni. Dal 1975, vi ha insegnato Scultura. Nel 1982-83, ha assunto l’incarico di tenere un corso di restauro di scultura antica presso la Missione Archeologica Italiana di Hierapolis di Frigia (Turchia), diretta da Daria Ferrero De Bernardi, e nei Musei Archeologici di Istanbul e Smirne. Dal 1994 al 2001, ha organizzato, con alcuni colleghi dell’Albertina, con il Comune di Ormea e la Provincia di Cuneo, i Simposi di Scultura in Marmo nero di Ormea. Dal 2006, ha tenuto, sempre in Accademia, un corso di Scultura Sacra Contemporanea e, presso il Museo della Ceramica di Mondovì, diversi stage di Arte della Ceramica. Ha esposto in mostre collettive e personali e ha eseguito diversi monumenti sia in marmo che in bronzo. Opere pubbliche si trovano in Sardegna (Gesico e Quartu Sant’Elena), a Lampedusa, in Liguria (Alassio, Ventimiglia, Pietra Ligure, Chiusanico), Valle d’Aosta (Saint Vincent, Gressoney St Jean), Piemonte (Asti, Cuneo, Torino, Mondovì, Colle dell’Agnello) e in collezioni private di Torino, Asti, Stresa, Pessione, Mondovì, Cuneo.

Nell’attività espositiva di Raffaele Mondazzi, ha scritto Angelo Mistrangelo nel 2019 per la rubrica “Piemonte Arte” del quotidiano online “100torri”, si possono riscontrare, “di volta in volta, opere pittoriche, sculture e disegni che rappresentano i momenti di una ricerca scandita da una misurata definizione di un volto, di una figura, di un corpo che occupa lo spazio animandolo. Un’esperienza che ha fatto dire ad Angelo Dragone: ‘Balza viva (…) nei lavori di Mondazzi – anche quelli che più da vicino sentono il fascino dell’antico, quasi suggerendo discendenze dedalico-cretesi o da Olimpia ma neppure immemori d’un tenero Prassitele sensibile al contingente della vita – la perentoria genuinità che dà eloquenza ai sentimenti veri…’. Sentimenti che affiorano dalle sculture, dai segni-colore, dalla ‘lettura’ di una realtà rivisitata e reinterpretata secondo una calibrata ‘scrittura per immagini’”. Sono tutte testimonianze di un “cammino, quindi, che ha attraversato correnti, sperimentazioni, nuovi linguaggi, all’insegna di una raffigurazione che gli appartiene indissolubilmente. E bronzetti, monumenti, ritratti, costituiscono il ‘corpus’ di un itinerario accompagnato da una sensibile attenzione alla cultura visiva di questo nostro e complesso tempo”.