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en plein air

Attenti all’Orango

Gianremo Montagnani

Collage, tecnica mista su carta

20 x 20 cm

2020

Gianremo Montagnani è nato a Montagnana (Pd) nel 1947. Vive e lavora a Casamassima (Ba). Ha studiato a Padova presso l’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico” e a Venezia (Cà Foscari). Attivo artisticamente fin da giovanissimo, ha partecipato a vari Premi Nazionali e collettive di pittura dal 1965 al 1970. Nel 1968, si è trasferito a Bari, assumendo la cattedra di decorazione pittorica presso l’Istituto Statale d’Arte “Pino Pascali” come docente sino al 2004. Negli anni ‘70/’80, si è occupato di graphic design, spostando successivamente l’attività professionale verso l’architettura d’interni e il design, come art director del Controstudio design dal 1980 al 2010. È stato socio AIAP sino al 1986 e socio AIPI (Ass. Italiana Progettisti in Architettura di Interni) dal 1987 al 2009. Molteplici le realizzazioni nell’ambito della progettazione residenziale e del restauro architettonico, negozi, stand e padiglioni fieristici (Salone del Mobile di Milano e Abitare il Tempo di Verona). Dal 2010, ha ripreso con particolare interesse l’attività artistica individuale, privilegiando l’illustrazione, 

i reportage di viaggio,  il libro d’artista con partecipazioni a Rassegne Nazionali e Internazionali, tra le quali si segnalano quelle di Russi (Ra) (più edizioni) e di Barcellona (edizioni del 2010/2015/2016/2017/2018/2019); di Nabila Fluxus del 2013 a Treviso e del 2014 a Nove (Vi); di San Donà di Piave (Tv) del 2014/2015; di Napoli del 2012 e del 2019; di Sannicola (Le); di Lecce e Torino del 2014; di Alberobello (Ba) del 2015; di Brindisi del 2016; di Villa Giulia di Pallanza (Vco) del 2017; di Tricase (Le), Porto Cesareo (Le), Putignano (Ba), Fasano (Ba) del 2017; di Giovinazzo (Ba), Gallipoli (Le), Laveno (Va) del 2017; di Muro Leccese (Le) del 2018; di Noto (Sr) (edizioni del 2016/2017/2018); de L’Aquila del 2018 (III premio) e del 2019; di Este (Pd) del 2018. “Ogni libro d’artista”, ha specificato lo stesso Gianremo Montagnani, “è un manufatto che suggerisce emozioni al visitatore attento. Non va fruito in fretta, bisogna soffermarsi e tornare più volte sulle stesse opere”.