Galleria

en plein air

Betulle a Rittana

Massimo Daghero

Smalti su paste materiche

20 x 20 cm

2021

Massimo Daghero è nato a Torino nel 1953. Attualmente vive e lavora a Bruino (To). Nel 1968, ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino ed è stato allievo di artisti come Pietro Ruggeri, Pino Mantovani e Giorgio Ramella. Dopo aver partecipato in gioventù a diverse manifestazioni artistiche, dal 2007 al 2011, ha partecipato a diverse edizioni del Premio Cesare Pavese e a Saluzzo Arte, oltre che a diverse mostre collettive a Torino, Poirino, Saluzzo, Savigliano e Calosso. Nel 2009, ha vinto il Premio Cesare Pavese e nel 2010 si è classificato al 4° posto. Recentemente, nel mese di marzo 2021, ha partecipato con l’amico Mario Giammarinaro alla mostra “ICONICO” alla Galleria UNIQUE CONTEMPORARY di Torino. “In Massimo Daghero, ha sottolineato Angelo Mistrangelo, “la natura e l’ambiente si identificano indissolubilmente con l’albero, simbolo della vita che si ramifica nello spazio atmosferico, dell’inesausto fluire delle stagioni e del tempo. In particolare, il tronco delle betulle diviene il tema dei suoi dipinti e di una figurazione essenziale, che esprime ‘il fascino della natura legata ai versi pavesiani’, come si legge nella motivazione della Targa Provincia 

di Cuneo che gli è stata assegnata nel 2010 al Premio Cesare Pavese”. E a proposito delle opere di Daghero esposte alla mostra ICONICO, nel blog “Sguardi su Torino” del 26 febbraio 2021, si legge: “La natura rimane sempre il suo tema di studio focalizzando però l’interesse sull’albero. Nell’albero si racchiude il ciclo naturale attraverso il passare delle stagioni, l’albero, testimone dello scorrere del tempo, dorme nel sonno invernale per poi risvegliarsi e vestirsi del suo fogliame che baciato dal sole, dalla pioggia e spinto dal vento crea luce, movimento, colori e suoni. Dopo molteplici opere dedicate all’albero nella sua totalità, attualmente il suo interesse si concentra sul tronco, la parte dell’albero dove scorre la linfa vitale, la parte dell’albero che rimane in vita sempre. Interesse non per un tronco qualunque ma un tronco particolare, quello della ‘Betulla’, un tronco dove il colore e la materia si fondono rendendolo subito riconoscibile tra tutti. Ed ecco che allora le paste materiche ed i colori prendono forma e luce sulla tela creando volumi e contrasti cromatici, portando lo spettatore a vivere un primo piano di quella natura sempre più lontana dalla quotidianità”.