Luisa Campana (Nizza Marittima 1906 – Cuneo 1998), figlia unica di Stefano e Margherita Pellegrino, trascorse serenamente l’infanzia e la giovinezza a Nizza, dove compì gli studi. Di sovente, si recava a Monaco in visita agli zii paterni e al cugino Nino Campana, suo grande amico, oppure compiva brevi viaggi ai parenti a Cagnes-sur-Mer. Il padre di Luisa, Stefano, era nativo di Peveragno (Cn) e fu richiamato in Italia per la Grande Guerra. Tornato a Nizza, continuò a lavorare come sarto “tailleur” e si recò per medi periodi con la famiglia a Le Muy nel Var a lavorare presso il cognato che aveva un atelier di sartoria. A Le Muy, Stefano conobbe la futura moglie, nativa di Vernante (Cn). Luisa trascorreva le vacanze estive con la famiglia sia a Cuneo, sia a Peveragno, sia presso gli zii a Le Muy, dove era molto legata alla cugina Palmira, amicizia che durerà per tutta la vita (come Luisa e Nino, anch’essa fu figlia unica). Durante i lunghi periodi vissuti a Cuneo, Luisa si accostò alla pittura sotto la guida di Suor Gesuina, che le trasmise sia le conoscenze del disegno, della pittura ad acquerello, della pittura ad olio su tela, oltre che magistralmente su seta e su velluto,
sia l’amore per le cose semplici, belle e solari. In Italia, al Circolo Il Caprissi di Cuneo, conobbe il giovane fotografo Giuseppe Giorgis (figlio del pittore Bartolomeo), che avrebbe poi sposato nel 1935. Con Giuseppe, trascorse una vita agiata e piuttosto felice, collaborando nello studio fotografico di Corso Garibaldi per tutta la vita e dipingendo con sensibilità le fotografie che in quel tempo erano in bianco e nero. Avrà due figli, Adriana e Renato. Si ritaglierà degli spazi per dipingere su stoffa e su tela e si farà apprezzare da quanti la conoscevano. Nel 1969, dopo la morte prematura del marito, Luisa si dedicherà pienamente alla pittura e inizierà, stimolata dalla figlia, ad esporre. Tenne mostre personali e collettive, ricevette premi e suscitò l’interesse sia della critica che del pubblico. Nel 1980, quando si sentì più “libera e sciolta” nel fare pittorico, subentrò la paralisi che non le permetterà più di dipingere ad olio. Eseguirà miniature e acquerelli con la medesima delicatezza e raffinatezza di sempre. Nel 2000 ha avuto luogo la prima mostra retrospettiva come omaggio alla sua sensibilità e alla sua “gioia di vivere”.