Elzévir è nato nel 1966 a Andrézieux-Bouthéon (Francia). Vive e lavora a Saint-Étienne (Francia). Ha studiato all’École des Beaux-Arts di Saint-Étienne dal 1984 al 1989 e in seguito ha insegnato incisone e disegno dal 1990 al 1992. È membro fondatore di “Tonnerre de Brest”, luogo di esposizioni e laboratorio di incisioni. L’associazione ha cessato la sua attività dopo 15 anni di esistenza. Pratica la pittura e il disegno da 30 anni e ha esposto in numerosi paesi: Francia, Marocco, India, Ungheria, Germania, Spagna, Italia, Stati Uniti, Messico, Belgio, Corea del Sud, Serbia, Svizzera. Utilizza diverse tecniche, olio o acrilico su tela, gouache su carta, gessetto, carboncino, matita, penna…, sia su grandi formati sia su taccuini che lo seguono dappertutto. Si può incontrare il suo lavoro in gallerie o istituzioni come il MAMAC di Saint-Étienne (Francia), il Musée des Beaux-Arts di Nîmes (Francia), la Villa Tamaris Centre d’Art di La Seyne-sur-Mer (Francia), il Museo d’arte Contemporanea del Castello di Rivara (To), l’Art City Museum di Daejeon, Corea del Sud, il Museo Casa Diego Rivera di Guanajato in Mexique, l’Institut Français di Casablanca, in Marocco. Ha partecipato a numerose esposizioni in Francia e in Italia organizzate da Lóránd Hegyi, già Direttore del Ludwig Museum de Vienne, del PAN (Palazzo delle Arti di Napoli – Centro di Arte Contemporanea) e del Musée d’Art Moderne et Contemporain di Saint-Étienne. Ha effettuato delle residenze d’artista in Spagna, Germania,
India, Francia, Messico e Marocco su supporto dell’Ambasciata di Francia a Delhi, dell’Institut Français di Casablanca e della Région Auvergne Rhône-Alpes. Come ha scritto Dorothée Deyries-Henry nel 2013 a proposito di Elzévir, pittore di personaggi multietnici colti en passant, cioè in cammino lungo la loro strada, egli “est un flâneur, un regardeur qui observe le monde avec tendresse, sans ironie. Il pourrait dessiner en marchant. […] Dans ses séries de passants, les personnages posent (le plus souvent sans le savoir) dans une immobilité provisoire, et de dos comme de face, ils passent. Les uns après les autres, tous vont vers un but inconnu de nous, inéluctable aussi, et s’avancent dans la profondeur de la peinture”. “Pour le spectateur”, ha specificato quindi Lóránd Hegyi, “l’expérience du présent neutre, sobre, sans pathos et sans émotion où se concentre tout entier le monde d’Elzevir comporte aussi celle de sa fugacité inexorable”. E Riccardo Lorenzino così si è espresso nel 2015: “È una pittura stranamente potente quella di Elzevir. Noi guardiamo queste figure, le vediamo agire dei movimenti, anche quando sono sdraiate, a riposo. Non penzolano nel vuoto che il pittore ha creato attorno a loro, utilizzando la carta bianca come supporto. L’artista ci coinvolge nella stessa dinamica di quei corpi, non sentiamo il bisogno di completare il quadro, ma guardiamo oltre, guardiamo avanti, con gli occhi di queste persone”.