Galleria

en plein air

Dove sta amore

Om Bosser

Xilografia con intervento colorato

20 x 20 cm

1972

Om Bosser è nato nel 1949. Vive e lavora a Torino. È pittore, incisore e scultore. Dal 1965 una serie di viaggi lo hanno portato a percorrere le strade dell’Africa e dell’estremo oriente, mettendolo a contatto con realtà mediche popolari, che oltre ad essere materiale per la sua tesi di laurea, gli saranno utili nella professione medica. Nel 1968, ha iniziato ad esporre i suoi lavori artistici in esposizioni personali e collettive in diverse città italiane ed estere. Il maggio del 1968 lo ha visto a Parigi, dove ha frequentato fra gli altri il filosofo Cioran e lo psicoanalista Lacan. Nel 1980, ha ospitato a Torino, nella sede del Centro Studi e Documentazione Omeopatica Dharma (da lui fondato), la prima assemblea annuale plenaria della costituenda Unione Buddhista Europea. Dal 1982 al 1987, è stato docente di Storia della Medicina ai corsi di formazione post-laurea della Fondazione Omeopatica Italiana di Napoli. Nel 1991, lo Majdanek State Museum di Lublin (Polonia) ha acquisito una parte della sua produzione grafica. È autore di innumerevoli articoli e redazionali inerenti all’esoterismo, all’orientalismo, all’antipsichiatria e alla medicina non convenzionale, all’omeopatia in particolare. Nel 2003, ha iniziato ad interessarsi alla realizzazione di video e cortometraggi. È citato nei maggiori annuari d’arte nazionali ed esteri. A commento delle opere esposte nella personale di Om Bosser ospitata alla Galleria La Tavolozza di Torino nel 1971, Franco Torriani così si è espresso: “Bosser ama esprimersi in continue ricerche di stile, spazio, espressioni…

In cinque anni di attività espositiva, ci siamo ormai abituati a vedere in Lui i periodi artistici succedersi incalzanti, senza posa, contrastanti come la nostra epoca. Om Bosser è un figlio del nostro tempo; incarna – e trasmette con le sue opere – la dialettica così critica e talvolta distruttiva che ci circonda ed in cui siamo, volenti o nolenti, immersi fino al collo. Per questo è difficile ‘etichettarlo’ perché cambia, perché ricerca senza tema di tornare sui suoi passi ed aprire un discorso nuovo e diverso. Un discorso che non chiude la porta agli aspetti figurativi col pretesto che siano ‘sorpassati’, né ricerca l’avanguardia per partito preso. Lo stile di Bosser sta nella sua evoluzione incessante, nell’uso della fantasia che vede oltre gli anfratti delle sue sculture, oltre lo sguardo delle teste vagamente neoclassiche dei suoi dipinti. La materia può essere ugualmente valida; si tratti di ferro tormentato in mille modi, oppure di un bianco foglio di carta, tratteggiato in un disegno ad olio di poche linee essenziali, quasi timide. Le sue figure – particolarmente teste, attualmente – si ‘affacciano’ nei quadri con discrezione, come se chiedessero permesso! Guardano verso l’alto oltre lo spazio che le circonda, verso una dimensione superiore. Su invito di Om Bosser, vien voglia allo spettatore di fare qualcosa, di darsi da fare anche lui, per avvicinarvisi” (http://1995-2015.undo.net/it/mostra/115971).