Pina Della Rossa vive e lavora a Napoli. Artista visiva e docente di Disegno e Storia dell’Arte, è attiva sulla scena dell’arte dagli anni Ottanta. Laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, con Mimmo Jodice, Renato Barisani, Carlo Alfano, Armando De Stefano, si occupa di fotografia, video, pittura e installazioni. Le sue opere sono inserite in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui: Museo MADRE, Napoli; Museo Nazionale, Thebes (Grecia); Museo Allotropya, Antikyra (Grecia); Mobius Gallery, Cambridge, Massachusetts (USA); MAAAC Museo Area Archeologica Arte Contemporanea, Cisternino (Br); Museo CAM Contemporary Art Museum, Casoria (Na); Mediterraneum Collection Fotografia, GAM, Catania; Archivio di Comunicazione Visiva e libri d’Artista di San Cataldo (Cl); Museo MUSEAVV, Nizza; Art Hotel Gran Paradiso, Sorrento (Na); Galleria Franco Riccardo Arti Visive, Napoli; Galleria Spazio 88, Roma; Galleria Area 24 Space, Napoli. Nel 2016, è stata inserita nell’Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966-2016, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017). Ha esposto in numerose mostre presso musei, gallerie nazionali e internazionali, accanto ad artisti, come: Araki, Nagasawa, Oppenheim, Vettor Pisani, Spoerri. Tra le più importanti, si ricordano: 1985 – SICOF, Internazionale di Fotografia, Milano; 2011 – Palazzo Re Enzo e del Podestà, Bologna – Galleria Area 24 Space, Napoli (che in particolare segue gli sviluppi artistici dell’artista); 2013 – PAN, Palazzo delle Arti, Napoli; 2014 – Triennale di Arti Visive, Università La Sapienza, Roma; 2015 – Castello di Postignano (Pg) – Deutsches Hirtenmuseum, Hersbruck (Germania) – Expo “Arte e Cibo”, Milano – Galleria Spazio 88, Roma – Primo Piano LivingGallery, Lecce – Museo Filangieri, Napoli – MaMo Galleria, Milano; 2016 – Contemporary Art Fair, Bologna; 2017 – Franco Riccardi Arti Visive, Palazzo Partanna, Napoli; 2018 – Paratissima, The Others Art Fair, Torino; 2019, Galleria Area 24 Space, Napoli – Fondazione Filiberto e Bianca Menna, Salerno – MANN, Museo Archeologico Nazionale, Napoli – MACRO, Museo d’Arte Contemporanea, Roma; 2020, MACI, Museo Arte Contemporanea Instabile, Cisternino (Br) – Palazzo Ferrari, Parabita (Le) – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Museo Madre, Napoli; 2021 – Archivio di Comunicazione Visiva e Libri d’Artista, San Cataldo (Cl) – Bibliothè Art Gallery, Roma – Focus Artphilein, Photography, Lugano (Svizzera) – Fondazione 107, Torino – Museo Diotti, Casalmaggiore (Cr) – Palazzo Zanardi Landi, Guardamiglio (Lo) – Still Fotografia e We World Onlus, Milano; 2022 – Andrea Nuovo Home Gallery, Napoli.
La sua ricerca introduce una riflessione metaforica sul rapporto tra Identità e Corpo, Materia e Memoria. Artista e attivista di matrice concettuale, si svincola dalla fisicità, emancipandosi dalla scientificità dell’applicazione fotografica, per accogliere stimoli di natura extra-sensoriale. Nel corso della sua evoluzione artistica, Pina Della Rossa testimonia il suo saper unire l’arte all’impegno sociale, elaborando progetti focalizzati su tematiche esistenziali, tensioni urbane e collettive, e lotta alla violenza. In tal senso, si rivela sensibile attivista per la difesa dei diritti umani. Le sue opere divengono linguaggio della contemporaneità, scavo interiore, autobiografico e, al contempo, momento di rinascita. Da ricordare, il progetto “Dopo la battaglia” e il progetto in progress “Segni permanenti”, con il quale ha realizzato performance art, fotografie, video e installazioni, utilizzando la propria immagine e coinvolgendo personalità del mondo dell’arte e della cultura e intere comunità, trasformando il suo messaggio artistico e personale, dall’animo singolo ad un messaggio universale. La sua opera si estrinseca anche su giochi di piani, su differenti componenti geometriche, quando, trasformandosi in puzzle, si sottrae alle obbligazioni del formale: così, libera da vincoli, essa esplode, senza confini, abitando in più luoghi. Nei puzzle si evidenzia altresì un vero e proprio viaggio sui sentieri della memoria, una comunione intima con la natura, in cui le intricate ramificazioni sono “nervi scoperti”. In esse, il reale si è eclissato trasformandosi in altre sembianze, divenendo una proiezione corporea e instaurando una relazione simbiotica tra opera e fruitore. Traspare così la natura etica delle immagini, che spostano il senso comune sull’alterità che pervade la visione del reale.