Philippa Helen Armstrong è nata nel 1962 a Londra (Chiswick). Vive e lavora a Bologna, in collina, e ha ancora uno stretto legame con il suo paese d’origine. È un’artista e insegnante a tempo pieno. Proviene da una famiglia di artisti: il padre era un direttore creativo e la madre era una fashion designer per “Vogue”. Dopo l’ammissione ai corsi di design tessile all’Università “Goldsmiths” di Londra per affinare le sue passioni per le opere di Eva Hesse, ha preso un anno sabbatico per frequentare l’Accademia di Belli Arti a Bologna grazie ad una borsa di studio. I suoi lavori sono stati inclusi in molte pubblicazioni e ha esposto sia in Italia che all’estero, ricevendo molti premi e riconoscimenti. Tra le sue principali partecipazioni espositive, si possono ricordare: 1982 – Galleria Il Navile, Bologna; 1984 – Expo Arte, Bari; 1985 – Watermans Open, Londra, 6 Artists a Circolo Artistico, Bologna, Pozzati Laboratory, Cento (Fe); 1986 – Fiera d’Arte, Bologna, Biennale Giovani Artisti, Faenza (Ra), Premio di incisione Giorgio Morandi, Bologna, Premio Fondazione Zucchelli; 1987 – British Council, Bologna, Galleria Il Granaio, Ravenna; 1987 – Expo Arte, Bari, Palazzo Re Enzo, Bologna, Spazio Art Room, Bologna; 1987 – DAMS, Bologna; 1988 – Arpino (Fr), Copparo (Fe), Palazzo dei Diamanti, Ferrara, Biennale Giovani Artisti Europei, Bologna; 1989 – Niort (Francia); 1991 – Personale alla Galleria Il Triangolo Nero, Alessandria, Repubblica di San Marino; 1992 – Collettiva La Nuova Officina di Bologna, Galleria d’Arte Moderna, Bologna; 1993 – Palazzo Re Enzo, Bologna, Galleria Neon, Bologna; 2008/2009/2010/2011 – V. Ljubljani, Jugoslavia; 2017 – mostre fotografiche a QR photogallery, Bologna, e alla Fondazione Zucchelli, Bologna; 2018 – Collettiva Guardare oltre. Dal 1980 a 1990. Dieci anni di ricerca artistica a Bologna, Galleria FaroArte, Marina di Ravenna (Ra); 2022 – Giornata internazionale della donna, Installazione villa Torchi, Bologna, Collettiva Padiglione Bologna, Galleria FaroArte, Marina di Ravenna (Ra).
Sin da quando ha iniziato la sua avventura artistica in Italia all’età di 18 anni, l’artista ha iniziato a realizzare diversi lavori dai titoli “playscapes” ovvero “giochi di paesaggi”, opere in cui il giardino era molto spesso protagonista dell’opera, poiché simbolo della sua infanzia passata molto in natura. Nonostante nel corso degli anni ci sia stata un’evoluzione tecnica, Philippa torna sempre ai suoi “playscapes” e inventa qualcosa di simile che chiama “mondi rovesciati”, figure allegoriche realizzate con un minimo di colore o non colore e materiale di diverse consistenze. Ha esplorato molte tecniche artistiche nel suo studio dentro un garage situato nel centro di Bologna, inizialmente seguendo la sua passione per il tessile: la sua ispirazione principale erano il suo piccolo giardino e i diversi negozietti di tessuti. Con la sua osservazione della natura mescolata con il mondo sottosopra, l’artista rivela angoli segreti dove il tempo passa in modo visibile. Ci invita a proiettarci verso posti immensurabilmente lontani, riuscendo così a rappresentare le cose attraverso i suoi occhi. Philippa ha creato il suo ponte fatto di frammenti, certi persi per sempre; con questi frammenti ha poi creato una nuova realtà ancora più evocativa. “Le mie immagini cantano melodie di gioia e desideri, un posto dove uno può vivere emozioni diverse ma sempre con un pizzico di ironia o follia”. Anche le favole per bambini sono state una fonte di ispirazione per la loro natura ripetitiva. Questi ultimi anni l’hanno messa a dura prova e recentemente ha iniziato a raccogliere i fili per creare visioni introspettive ancora più significative: “Nella mia malattia rivelo tutto il mio essere e vado avanti”, svelando l’intensità della vita e delle sue emozioni.