Antonio Ciarallo è nato nel 1957 a San Severo (Fg). Vive e lavora a Cumiana (To). Tra le esposizioni principali si ricordano quelle al M.A.C.A.M. Museo di Maglione (1995), al Museo Valdese, Torre Pellice (1996), a Palazzo Robellini, Acqui Terme (Al) (1998), presso le gallerie Bertrand Kass di Innsbruk (2000), Eidos Immagini Contemporanee di Asti (2002) e Arte Silva di Seregno (Mb) (2003). Il quinquennio seguente lo vede spesso all’estero con l’International Art Simposium, Dubai-EAU(2004), al Museo d’arte Contemporanea di Sharjah-EAU (2005), la personale alla Galleria Brehova, Praga (2008) e la mostra istituzionale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Praga (2009). Del 2011 sono le personali a Roma presso lo Spazio Artificio e presso la Galleria Limen 895, la collettiva Su Nero nero. Over Black black al Castello di Rivara (To), la 54a Biennale di Venezia, con presenze nel Padiglione Italia-Piemonte (Palazzo Monferrato, Alessandria) e nel Padiglione Tibet a Venezia con un’azione performativa. Del 2012 sono le collettive romane Artisti per Artificio e le personali alla Galleria Limen 895, Roma, e alla Fondazione Matalon, Milano. Il 2013 lo ha visto ancora a Roma, ospite d’onore della mostra Art Aspirine, Parco dell’Appia Antica, Ex Cartiere, Sala Nagasawa. Nel 2014, ha partecipato agli eventi Remember Joseph Beuys, a cura di Lucrezia De Domizio Durini, Cavellini 1914-2014, Brescia e a I Have a Dream, Palazzo Reale, Milano, collettiva promossa dalla Fondazione Robert F. K. Kennedy. Nel 2015, è stato tra gli artisti di Asti Contemporanea. Collezioni Private, Palazzo Mazzetti, Asti. Sempre nel 2015, è stato a Montecarlo, in una collettiva promossa dalla Fondazione Robert F. K. Kennedy e a Parigi alla Maison d’Italie. Del 2016 sono La Biennale D’Arte e Industria di Labin (Croazia). E l’esposizione alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio (Lu). Nel 2019, ha promosso Transiti, collettiva organizzata dalla Regione Piemonte in Palazzo Lascaris a Torino, ripresentata nel 2020 a Firenze, Basilica di San Lorenzo. Nel 2020, è stato invitato a partecipare al contest #DomaniInArte indetto dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma, per attraversare con immagini di speranza la situazione sanitaria di emergenza globale e l’attuale silenzio dei musei chiusi e dei progetti Artistici congelati, ed è stato ospite del Museo Coupelouzz Family, Atene.
Nel 2022, è stato invitato alla Fondazione Pistoletto Cittadellarte a Biella, oltre che ripetutamente come “master” al Premio Adrenalina, esponendo così varie volte al MACRO, al Museo Mastroianni, Marino (Rm), alla Sala Santa Rita, già Chiesa di Santa Rita da Cascia, Roma, a Palazzo Velli, Roma. Invitato da Lucrezia De Domizio Durini, ha aderito al movimento Gli Artisti del silenzio, operazione culturale internazionale promossa dalla Baronessa De Domizio Durini in Musei e spazi culturali italiani ed esteri come rinnovamento radicale del sistema metodologico dell’Arte. È intervenuto, nel 2015, alla quinta edizione del Free International Forum, Creative Life (Pescara) e alle esposizioni Gli Artisti del silenzio presso l’Oratorio Santo Stefano Protomartire Centro Internazionale Multimediale d’Arte Contemporanea a Palermo nel 2016 e allo Spazio WHF Nereto (Teramo) nel 2017. Nel 2021, per il Centenario di Joseph Beuys, si è inaugurato il Paradise Museum con opere di Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani, Antonio Ciarallo, Bruno Ceccobelli e altri. Nel 2022, ha esposto a Transiti For Life, Limbiate (Mi) e al Covart Project Coupelouz Museum Family di Atene. È presente nelle più importanti Fiere d’arte, come il Miart, Art Paris e l’Arte fiera di Bologna. La freschezza del linguaggio artistico di Antonio Ciarallo ha radici quarantennali: affonda nel fertile humus del Poverismo e dell’Informale. Lo si intuisce da quella potenza del gesto che nessuna accademia può dare e che negli anni ‘80 lo ha avvicinato all’amico e Maestro Piero Ruggeri. Sono gli anni delle grandi tele di juta, dal gesto esuberante e dai colori della terra, dai neri impastati di bitume e di sabbia. Poi questa esuberanza ha generato una semplificazione cromatica di soli blu, bianco o nero. Così Ciarallo ha compiuto un deciso salto nel concettuale, ha ridotto coraggiosamente l’opera al dato essenziale dello sfondo, che dapprima apparentemente monocromo si anima poi di apparizioni larvali, in un gioco che è attenzione al frammento e alla sua potenza evocativa e simbolica, che anticipa le tendenze décor di tanta arte europea, rendendolo antesignano del lavoro di Wright e di Rufolf Stingel.