Raniero Menin è nato nel 1962 a Padova, dove attualmente vive, studia e lavora. Il suo percorso scolastico, all’inizio, è strettamente tecnico. Si è laureato in Ingegneria Elettronica e ha iniziato a lavorare come ingegnere. Ben presto, si è avvicinato alla Computer Graphic, ha abbandona il suo impego e ha collaborato con alcuni studi grafici. Nel 2003, ha deciso di frequentare i corsi presso il Liceo Artistico “A. Modigliani” di Padova, dove si è diplomato nel 2007. Da questo momento in poi, ha iniziato la carriera nel campo della pittura. Tra le esposizioni cui ha preso parte, si ricordano: nel 2009, la collettiva Astrarti, realizzata in occasione dell’”anno galileiano” con l’Associazione Artisti Indipendenti Paolo Capovilla di Padova; nel 2011, la collettiva Pragmatica. Ipotesi per una collezione d’arte contemporanea, incentrata sul tema della comunicazione in rapporto alle discipline artistiche, realizzata dall’Associazione Artisti Indipendenti Paolo Capovilla all’Ex Macello di Padova; nel 2012, la collettiva Viaggio. Dentro, fuori, attraverso, organizzata dall’Associazione Capovilla ispirata al concetto di viaggio interiore, esteriore e come forma espressiva, sempre presso la Cattedrale Ex-Macello di Padova; sempre nello stesso anno, la collettiva Ponte ad Oriente, ordinata in collaborazione con il Comune di Ponte San Nicolò (Pd) e con l’AICS, presso il Centro Rigoni Stern di Ponte San Nicolò (Pd); nel 2013, ha esposto con altri tre artisti presso l’ArteFiera di Padova, per il progetto “Spazio 10. Pieno – Vuoto”, una riflessione condotta sul concetto di pieno e vuoto, contenitore e contenuto, il tutto e il nulla. Dopo questa mostra, è cominciato un periodo di sospensione temporanea della sua attività, che è durato all’incirca fino al 2016, quando riprenderà il percorso con alcuni laboratori scolastici e commissioni di opere. Nel 2017, ha preso parte a una collettiva alla Giudecca di Venezia.
Nel 2018, è intervenuto all’ArteFieraDolomiti di Longarone (Bl) con l’evento Nelle trame di un’emozione ed è risultato vincitore, ex aequo, del 7° premio arte in fiera Dolomiti per la sezione pittura. Sempre nello stesso anno, è tra gli espositori al 2° Kunstmesse Dolomiten presso Kunsthaus Weiz (Austria) e ha partecipato al progetto “Woman”, esponendo a Cortina D’Ampezzo (Bl), Venezia Lido e Treviso. Nel 2019, ha allestito la personale Lo specchio dell’anima alla Galleria WebArt Mostre presso la Barchessa Villa Quaglia di Treviso e nel 2022, è stato ospitato con la personale Essentia – Essere come calco al Palazzo Fracca Spazio la 5essenza di Bassano del Grappa (Vi). È stato selezionato dalla Giuria come finalista del Premio Mestre di Pittura nel 2019 e nel 2020. Di stampo figurativo realistico, Raniero Manin nutre un interesse per la condizione psicologica e riversa nel suo lavoro una sottile velatura malinconica e una sensibilità verso il male di vivere. La sua arte sfugge ad una definizione troppo fotografica per ricercare il senso, il collegamento col circostante, approfondendo tematiche di carattere psicologico, senza prescindere da una caratterizzazione dei soggetti di stampo simbolico e concettuale. Il suo percorso artistico è caratterizzato, fin dall’origine, da un atteggiamento dialettico e critico verso la realtà osservata, con una forte componente speculativa: il gusto e la capacità di osservazione propria dell’artista vengono spinti oltre i limiti dell’opera, per suggerire all’attenzione pensieri e stimolare riflessioni che realizzino un collegamento ideale di elementi al fine di richiamare situazioni e stati riscontrabili al di là dell’oggetto stesso del suo operare. Interessato all’utilizzo e alla ricerca di materiali diversi, esplora le possibilità offerte da supporti e mezzi espressivi di varia natura, non tralasciando la definizione precisa e dettagliata del rappresentato e l’incisività del messaggio proposto.