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en plein air

Il tuo sorriso – Omaggio a Pablo Neruda

Domenico Olivero

Tela, foglio di alluminio, plastica

20 x 20 cm

2021

Domenico Olivero, nato nel 1964 a Cuneo, dove vive e opera, è un artista che opera in diverse espressioni dell’arte contemporanea, usando linguaggi inusuali e innovativi, creando occasioni di dialogo e incontro sul tema dell’esistenza. Il suo percorso artistico si è evoluto da un fare arte con diverse tecniche bidimensionali e tridimensionali a una più confacente modalità operativa sia progettuale che processuale. Quest’ultima ben si adatta alle sue scelte concettuali, in quanto gli permette di poter rappresentare al meglio le proprie particolari riflessioni sulla contemporaneità. Nel suo modo di essere, l’artista è un intellettuale che agisce operando con un ampio raggio di possibilità che non sono solo espressive, cioè, calate in una forma artistica oggettuale, ma che si combinano anche con la processualità e il proposito di ideare eventi e interventi di arte pubblica nella scena urbana in cui ci si trova a vivere o a risiedere. Pertanto, le scelte ideali di Domenico sono stimolate dalla curiosità per le dinamiche sociali e antropologiche e da una tensione alla ricerca formale legata alla storia dell’arte, rivisitata con materiali umili e quotidiani. Proprio da queste attenzioni, nascono differenti interventi artistici, contrassegnati da una forte volontà di interazione con il pubblico, attraverso precise strategie comunicative supportate dalla multimedialità.

Attivo a partire dal 1994, con molteplici forme di Mixed Media, tra dipinti, installazioni, performances, disegni, sculture, fotografie, interventi urbani, progetti di arte urbana e di sviluppo di comunità, conferenze e incontri d’arte contemporanea, collaborazioni con associazioni culturali e imprese di Housing sociale, Olivero ha partecipato o proposto eventi d’arte organizzati in provincia di Cuneo, oltre che in varie località italiane e all’estero (Europa, Stati Uniti e Brasile). “Sentirsi essere vivente”, ha precisato Olivero nel 1993, e porsi costantemente alla “ricerca di nuove idee, simboli, tecniche, per continuare a evolversi in mondi indefiniti, mettendo da parte obiettivi sicuri”, è pertanto il suo intento, perché “ciò che è importante è cambiare le situazioni statiche di apprendimento, dove tutto è, dalla preistoria al presente, legato al futuro, senza limiti e dimensioni, in una ricerca di nuove relazioni tra forme e linguaggi per aprire la nostra mente. Dobbiamo sentirci vivi su un pianeta dove vogliamo dimenticare le nostre radici, intese come nazionalismo, elementi di divisione, ma ripresi come patrimonio globale, e potere capire che tutto è un modo di esprimere il proprio essere, modo di vivere, in una continua ricerca di comunicazione con altri esseri umani con uno sguardo libero, in un rapporto diretto con la realtà, con tracce di vita”.