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en plein air

Inc coppia Op. n. 56

Gianfranco Tassi

Quadroscultura a tecnica mista su pannello ligneo

20 x 20 cm

2020

Gianfranco Tassi è nato a Crotta d’Adda nel 1955. Nei primi anni Sessanta, si è trasferito con la famiglia nella provincia di Varese, dove tuttora risiede e svolge la sua attività lavorativa. Da sempre appassionato all’arte e creativo, ha sviluppato una ricerca figurativa partendo dalla lezione cubista, ma concentrandosi principalmente sulla forza della scomposizione della figura per poi, attraverso una propria interpretazione, ricomporla evidenziando le caratteristiche più “espressive”. Nel 1984, ha frequentato a Lesa lo studio dell’artista e amico Angelo Bersani, dal quale ha assimilato i fondamentali sulla ricerca espressiva della forza e del movimento. Nel 1986, ha seguito i corsi alla scuola d’arte di Somma Lombardo con il pittore Bernardo Tappellini e ha iniziato a partecipare a diverse mostre collettive. Al 1991 risale la sperimentazione di tecniche alternative, con una ricerca compositiva più astratta attraverso l’utilizzo di collage di poliplat, legno e plastica. Nel 1995, ha composto una serie di opere lavorando principalmente sulla plasticità della forma e la forza del colore. Nel 2007, ha cominciato a usare nei lavori inserti fotografici. Nel 2010, ha dato vita al progetto “Anatomie Plastiche”: composizioni polimateriche, con particolari in plastica, spurghi di stampaggio e scarti di lavorazione Nel 2013, ha realizzato delle sculture in ferro, lamiere e cemento armato, iniziando così il progetto “TESTE”. Nella mostra personale antologica, intitolata Cromatismi ed esposta al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno con Pino e Veddasca (Va) tra luglio e ottobre 2021, Gianfranco Tassi 

ha voluto dare conto del frutto recente della sua creatività, come egli stesso ha scritto in catalogo, vivendo “un tempo di costrizioni e sofferenze” e nel quale si è “trovato a realizzare una serie di opere con forte prevalenza cromatica, a testimonianza del desiderio di tornare alla normalità, al convivio, alla libertà”. Cromatismi, in particolare, “è un termine che porta con sé un potenziale di arricchimento simbolico, che trovo indispensabile e arricchente in questo punto del mio cammino artistico”. E Clara Castaldo, curatrice della rassegna, ha spiegato che l’”operato di Tassi” si può collocare “in un sentiero denso di influssi e rimandi riferibili all’Astrazione informale, all’Art Brut, al Dadaismo, al neo-Cubismo ma anche ad una singolarità estetica che si dimostra autenticamente interessata al tema del Merzbau o alle sperimentazioni di Kurt Schwitters, Depero, Escher, Basquiat. Solo così appare dilatato ed esteso il concetto di cromatismo ben comprensibile tanto nel mondo della tridimensionalità scultorea di Tassi quanto nella sua produzione bidimensionale. Impossibilitato a collocare il proprio sentiero artistico all’interno di una sola e ristretta definizione dogmatica, l’autore predilige focalizzarsi sulla tattilità e materialità, sulla contrapposizione grafica di colore e ombra, sullo studiato trattamento della superficie scultorea. Allontanandosi dalla pura figurazione, la composizione, tanto nella produzione grafica quanto in quella scultorea, pur affidandosi ad una presenza abbreviata e minimale, riconduce, spesso, ad una visione umanizzante della forma, che viene interpretata come archetipo fondamentale”.