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Incontri

Carlo D’Oria

Composizione in acciaio

20 x 20 cm

2017

Carlo D’Oria, nato a Torino nel 1970, si è diplomato nel 1997 presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Sin dai primi lavori si è concentrato sul tema nodale della sua opera: l’UOMO e l’umanità. Lo scultore ci rivela per quello che siamo: una molteplicità immensa di creature vive, stanche, gobbe, simili nel loro anonimato e paradossalmente uniche. Il lavoro lo trova presente in numerose esposizioni, sia collettive sia personali, oltre che in collezioni pubbliche quali: Parco di Panchine d’Artista in Vigone (To), Collezione della Farnesina in Roma e il Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivara, Rivara (To). Nel 2003, ha realizzato la porta dell’uomo, porta di accesso al centro storico di Acqui Terme (Al). Nel 2004, sempre ad Acqui Terme, la porta delle buone terre e porta delle acque termali. Nel 2016, in occasione della mostra Vacanze a Rivara, ha proposto l’installazione Germogli, una scultura di nove metri che si arrampica contro la parete della torre del Castello vecchio. Nel 2019, ha installato a Vigone, per la decima edizione di “Panchine d’artista”, la sua panchina Aquae Mundi. E nel 2021, ha portato a termine l’opera Terra per la valorizzazione dell’area del Museo Urbano dell’Aerospazio di Collegno (To). Tra le mostre personali di maggior rilievo: nel 2009, Ferite presso il Museo di Arte Contemporanea, Castello di Rivara (To); Camera con vista, presso la Galleria Romberg a Roma; nel 2011, Sentieri presso la Galleria Boursier di Torino; nel 2013, Sul cuor della terra, presso la Galleria La Contemporanea di Torino; nel 2019, (LEGNO-FERRO) ², a cura di Associazione Panchine d’Artista;

e nel 2021, Tempo di passaggi, Galleria Umberto Benappi di Torino. Tra le collettive, da menzionare: nel 2009, I ricordanti, Museo d’Arte Contemporanea a Caserta, in collaborazione di Allegretti Contemporary; nel 2012, Panoramas & people, Parco Culturale Le Serre di Grugliasco (To); Open Space2/Incursioni figurative, Galleria Nazionale di Cosenza, Palazzo Arnone, Cosenza; nel 2013, Contrasti, Galleria Benappi (To); nel 2014, ArtSiders, Galleria Nazionale dell’Umbria; nel 2015, Art site, Castello di Castelnuovo Calcea (At); Holy Mister/y, Centro Congressi Santo Volto (To); nel 2016, XXVI Biennale di Scultura, Gubbio (Pg); nel 2017, Art Site (Residenze Reali), Racconigi (Cn); Monforte Contemporanea (Direzioni), Monforte (Cn),; Opening Contemporary, Galleria Davide Paludetto, Torino; nel 2018, Equinozio d’Autunno #31- Gotico industriale, Castello di Rivara, Rivara (To); nel 2020, ZERO (decennio liquido), presso Casa Conte Verde in Rivoli (To). “Quello che D’Oria mette in forma”, ha dichiarato Roberto Mastroianni nel 2021 a commento della retrospettiva alla Galleria Benappi di Torino, è “un affresco scultoreo e figurativo della nostra comune condizione umana nei suoi punti di forza o debolezza, nella sua grandezza e tragicità. La sua ‘figurazione/non figurazione’ è soggetta a un processo di astrazione teso ad individuare le linee di forza e i contorni della dinamica presenza umana nel mondo e così facendo sviluppa opere narrative dal forte impatto iconico, in cui la rappresentazione dell’umano è riportata ai tratti essenziali della dimensione antropologica”.