Galleria

en plein air

Infected

Carla Crosio

Tela e vetrofusione

20 x 20 cm

2020

Carla Crosio è nata nel 1955 a Vercelli, dove vive e lavora. Nel 1978, si è diplomata in scultura all’Accademia Albertina di Torino. Dal 1990 a tutt’oggi è direttore artistico del Centro Culturale “StudioDieci” not for profit citygallery di Vercelli. Dal 1992 al 2000 è stata membro della Commissione Didattica del Castello di Rivoli / M.A.C. Museo Arte Contemporanea. Dal 1978 al 2015 ha insegnato in qualità di docente di Discipline Plastiche nei licei artistici del Piemonte. Nell’Anno Accademico 1995/96, ha ricoperto l’incarico di docente di Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 2005, ha conseguito con il biennio specialistico la Laurea in “Arti visive e Discipline dello Spettacolo” all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Negli Anni Accademici 2015/2018, è docente di Tecniche per la Scultura all’Accademia di Belle Arti di Frosinone; nell’Anno Accademico 2018/2019, lo è di Tecniche per la Scultura all’Accademia di Firenze e nell’Anno Accademico 2019/2020 ha insegnato Tecniche per la Scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha partecipato a simposi internazionali di scultura in marmo, neve, ghiaccio, legno e pietra in Italia, Francia, Austria, Finlandia, Norvegia, Repubblica Ceca e Stati Uniti, oltre che ad eventi d’arte, mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Sue opere sono collocate in gallerie, collezioni private, 

musei di arte contemporanea e in spazi pubblici all’aperto sia in Italia che all’estero. Nel 2005, il Comune di Vercelli e l’associazione Famija Varsleisa le hanno conferito l’onorificenza di “vercellese dell’anno 2005”. E nel 2015, è stata insignita dal Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano della distinzione onorifica di “Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”. Nella sua ricerca, Carla Crosio si pone di fronte ai temi, purtroppo sempre di stretta attualità, dell’oltraggio all’ambiente, della brutalità delle guerre nel mondo, della manipolazione genetica, della diffusione dei virus, attraverso la realizzazione di installazioni polimateriche di drammatica evidenza metaforica. L’artista piemontese è schierata, in prima persona e con slancio, a favore della difesa a oltranza dei valori fondamentali della vita umana. “Le sue sono sculture animate”, ha scritto Loredana Finicelli nel 2019, “costituite di materiali banali, comuni, come la rete metallica e la plastica riciclata che solo apparentemente sembrano inerti: attraverso la manipolazione dell’artista si innesca un processo di rivitalizzazione che ne rintraccia fino a farne esplodere la infinitesimale potenza espressiva. Così trattata la materia si carica di energia, si espande ed esonda nello spazio circostante fino a invadere con la forza progressiva della sua massa l’intero contesto che la ospita”.