Galleria

en plein air

Innamorarsi

Romina Dogliani

Feltro di lana sambucana

20 x 20 cm

2021

Romina Dogliani è nata Cuneo nel 1971. Vive e lavora in montagna in Valle Stura di Demonte dal 2002. Formatasi da autodidatta è fin dalla giovinezza appassionata di design e decorazioni bioedili. La svolta creativa avviene grazie all’incontro con l’antica lavorazione artigianale del Feltro esaltata dalla ricerca stilistica moderna dell’artista e dal materiale in cui è realizzata: la lana Sambucana, originale del territorio in cui la Dogliani opera. Grazie a questa sinergia viene premiata al concorso artistico Chius’Arte nel 2009, lo stesso anno in cui è presente per la prima volta a Parigi con una mostra dal titolo Naturale Innaturale nella Galleria Eof in collaborazione con l’artista poliedrica Fiora Gandolfi. Un’esposizione ispirata alla bellissima Venezia riflessa nelle sfumature misteriose delle acque di Canal Grande. La stessa Galleria vorrà riproporre la coppia di artiste con una nuova esposizione, Feel Felt Felt, nel 2015. Nel 2010, ha partecipato al Cenacolo degli Artisti in Villa Cambiaso a Savona per il Teatrino della Politica. Il 2012 e il 2013 l’hanno vista impegnata ad insegnare la sua tecnica ad associazioni e accademie Boliviane nell’ambito di un progetto denominato Acra. È Stylist nell’open 17 di Iris Brosch nel 2014 a San Servolo (Venezia). Nelle sue opere, Venezia continua ad essere fonte di ispirazione così come le è apparsa nel suo atelier di San Felice a Cannaregio 3694, a volte sommerso dall’acqua alta del Canal Grande. Nel 2016, ha dato vita a FELTR’ART, un’estemporanea d’arte personale e itinerante in collaborazione con diversi enti, associazioni e musei locali. Nel 2021, a Limone Piemonte è stata ospite di Roberto Villa nella mostra L’Oriente di Pasolini, qui le è stato riconosciuto il premio alla buona volontà per l’arte. In diverse occasioni, ha esposto nella casa d’arte Atipografia – per Fiorigrafia ad Arzignano (Vi) e in altre esposizioni di artigianato artistico, tra cui Filo lungo filo al villaggio Leumann di Collegno (To), Di filo in filo presso il Filatoio rosso a Caraglio (Cn) e La Fierucola della lana a Firenze.

L’artista ha creato a una sorta di nuova bottega per l’arte applicata dove non si rinuncia al figurativo, anzi, lo si esalta grazie alla padronanza della materia, la quale è esclusivamente naturale (lane, sete, colorazioni organiche ecc..), nel rispetto del pianeta e di quella visione giapponese del mondo, prettamente estetica, del Wabi-sabi (侘寂), fondata sull’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione delle cose. Il Wabi nell’arte della Dogliani è riferibile ad una attenta osservazione, talvolta sintetica, talvolta analitica, sempre volta al bello della natura e alla sua scelta personale di esistenza lontana dalla società frenetica. Invece il Sabi lo ritroviamo nel sapore austero e povero del materiale prediletto per le sue creazioni: il feltro. Un materiale molto amato da un artista ambientalista e politicamente impegnato come Joseph Beuys, che necessita di competenze, e di un certo allenamento fisico, per la sua realizzazione manuale e che, come ci dimostra l’opera della Dogliani, ha un incredibile potenziale formale, plastico ed espressivo. Le antiche pratiche nipponiche si intersecano con la sua opera in una sorta di affinità elettiva, sperimentando nel corso della sua ricerca stilistica il NUNO decorato con l’Eco-printing, che permette di ideare tessuti-nontessuti unici, irripetibili e leggeri come carezze che inventano fantasie, firmamenti di farfalle, cieli, terre, acque e giardini fioriti per vestirsi con veri e propri dipinti, lontani dalle mode e dai clichés. L’arte della Dogliani, infatti, non è soltanto arte per l’arte ma ha spesso un fine pratico: ne sono un felice esempio i suoi Sassofà in cui lo studio dal vero naturalistico e il confort si alleano per creare un design unico e organico.