Galleria

en plein air

Kiev

Salvatore Anelli

Trucioli di alluminio, pigmenti e oro

20 x 20 cm

2023

Salvatore Anelli è nato nel 1951 a Comiso (Rg). Vive e opera a Rende (Cs). ha insegnato fino al 2009 presso il Liceo Artistico di Cosenza. Pittore, scultore e videoartista, la sua attività artistica ha inizio negli anni Settanta con opere pittoriche in cui compare l’elemento figurativo ma solo in chiave citazionistica. Nel 1977, è stato membro attivo del gruppo Arte insieme, le cui iniziative nascono dalla volontà di conciliare arte e impegno politico. In occasione dell’installazione a Comiso della base americana NATO, ha organizzato e partecipato a diverse iniziative pacifiste, tra cui una mostra a carattere internazionale presso il Centro Studi Mancini di Cosenza, che tra gli ospiti include anche lo scienziato Thomas Siemer, progettista e poi obiettore dei missili cruise. A partire dagli anni Ottanta, fondamentale è stata la partecipazione al Laboratorio di poesia e arti visive, un’associazione di poeti e pittori che, mantenendo assai stretto il rapporto vita-arte-poesia, hanno realizzato momenti di scambio e importanti iniziative collettive. Nel 1986, la rassegna Lembi pitagorici (tenutasi prima nell’aula Caldora dell’Università della Calabria e poi nel Museo Civico di Rende), ha documentato l’utilizzo di un nuovo linguaggio artistico, fatto di materiali extrapittorici e di esperienze visive e multimediali. La riflessione sul tema dell’uomo e delle sue condizioni ha indotto l’artista a sperimentare nuove tecniche pittoriche, adoperando materiali poveri, come catrame, bende ingessate, tele e carta straccia imbevuta di pigmenti, che nel loro farsi materia rivelano l’essenza più intima e più profonda della crisi della modernità. A questo periodo appartengono le opere dal titolo Celle silenziose, intese come veri e propri accumuli in introspezione di luoghi, eventi ed immagini del nostro vissuto, che ben si prestano a diventare inedite scenografie per quinte teatrali.

Nel 1992, ha intensificato la collaborazione con il Teatro dell’Acquario di Cosenza e, in particolare, con il regista Massimo Costabile. Ha prodotto installazioni sceniche per “Cani Randagi” (1992), “L’Edipo di Sofocle” e “Il velo e la sfida. Tommaso Campanella e l’arte della dissimulazione onesta” (1998), “Medea” (1999), “Antigone da Sofocle” e “Nel ventre della bestia” (2001), “Jenin. Incubi di guerra” (2004) ed “Emigranti” di Slawmir Mrozek (2006). Dal 2004, è presidente di un centro culturale espositivo, Vertigo, fondato a Cosenza da un gruppo di intellettuali e artisti, e nel 2007 è nato “Specchio alterato”, un’idea – progetto da realizzare a quattro mani, fondato quindi, come scrive il critico d’arte Paolo Aita, su un’idea di sdoppiamento creativo che dà vita ad un gioco di sostituzioni, di completamenti e di integrazioni che rompono il vecchio concetto di unitarietà compositiva dell’opera.

Tra le mostre attuali più rappresentative si ricordano: 2002 – Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo, Grotte di Pertosa (Sa); 2003 – C.A.M.S, Università della Calabria, Rende; 2004 – MAON, Palazzo Vitari, Rende; 2007 – 52a Biennale di Venezia, Eventi collaterali; 2010 – Museo dei Brettii e degli Enotri (Cs), Fondazione Mudima, Milano, Teatro Naselli, Comiso (Ra); 2011 – Ex Chiesa di San Francesco, Como; 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Palazzo Nervi, Torino; 2012 – Lazzaretto chiesa di San Rocco, Comune di Salò (Bs); 2013 – Open Space, Catanzaro; 2014 – L. Benetton Collection, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Fondazione Cini, Venezia; 2015 – Palazzina Liberty, Milano, Wunderkammer, Museo Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona, Rende; 2016 – Centro Luigi Di Sarro, Roma; 2017 – Civica Raccolta “Carmelo Cappello”, Palazzo Zacco, Ragusa; 2019 – Hangart Studio, Pavia; 2020 – Museo Carlo Bilotti Aranciera, Villa Borghese, Roma; 2022 – CRAC Puglia, Centro di Ricerca Arte Contemporanea, Taranto. Sue opere sono presenti in Musei, Collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Secondo Francesca Londino, “Salvatore Anelli sceglie frammenti dal mondo, li rigenera (come in una sorta di rituale dell’identità), elimina ogni barriera culturale o ideale, per proiettarci in un témenos dove accadono fusioni e intrecci indissolubili. Ogni passaggio esprime l’ispirazione di un artista che ama la vita, portandosi dentro il lutto degli angeli. Così incontriamo le sue opere, reliquie laiche e mute, lontane dalle ansie dei giorni mutevoli e inquieti, che sembrano vegliare su tutto, all’insegna della contemplazione e dell’ascolto. Come ponti melodici o tracce di un processo evolutivo le parole suggeriscono un verso, una poesia, un pensiero ad alta voce, un respiro di nostalgia. Un monologo che diventa dialogo tra segno, elementi e scrittura dove il senso stesso dell’esistenza diventa una profezia lucida e indecifrabile” (https://www.libidodocta.it/salvatore-anelli/).