Anna Boschi, nata a Bologna, risiede e lavora a Castel San Pietro Terme (Bo), dove è titolare dello STUDIO D’ARTE FC. Artista verbo-visiva, è impegnata in una ricerca incentrata principalmente sul rapporto parola-immagine. Il valore relazionale tra parola e pittura diverrà infatti la cifra riconoscibile del suo percorso artistico e intellettuale. Ha allestito la prima personale nel 1974 e dal 1982 si è dedicata esclusivamente a questa attività. A tutt’oggi, ha al suo attivo una settantina di personali e numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Ha aderito a rassegne internazionali, collaborando anche a vari portfolio di Visual Poetry (tra cui UNI-VERS Peace Dream, Mani-Art, BAU, Ad Hoc, Franticham’s Assembling Box, Kamini Press art-Stockholm ecc.). Tra gli eventi di grande prestigio cui ha partecipato, ricordiamo la Triennale di Bologna 2000, nel 2003, la 50a Biennale di Venezia-Sezione Extra 50, nel 2004, la London Biennale, nel 2007, la mostra Per parole e immagini, presso il Museo Bargellini di Pieve di Cento (Bo); nel 2013, Il Libro: d’Arte e d’Artista – Giorgio De Chirico e 36 artisti contemporanei, presso il Beit Hai’r Museum di Tel Aviv (Israele) e nel 2014, la Rassegna Visual Poetry a Venezia, Palazzo delle Prigioni e a Pavia, Castello Visconteo e Broletto. Nel mese di novembre 2016, nelle sette sale della Pinacoteca della Rocca Sforzesca di Dozza (Bo), ha allestito la Retrospettiva di cinquant’anni di attività, ANNA BOSCHI 1967-2017, con monografia a cura di Mauro Carrera. Sempre nel 2016, le è stato conferito il riconoscimento alla carriera nel corso della XVIa Rassegna Arte in Arti e Mestieri di Suzzara (Mn), a cura di Mauro Carrera. Il suo lavoro è documentato in cataloghi, riviste e antologie, tra cui A point of view – Visual Poetry – The 90s, Kaliningrad (Russia), Libri d’artista in Italia 1960-1998, Regione Piemonte, e Generazione Anni Quaranta della Storia dell’Arte Italiana del ‘900, a cura di Giorgio di Genova; presso il Kunsthistorisches Institut di Firenze; l’Archivio Storico del Museo delle Arti Palazzo Bandera di Busto Arsizio (Va) e CID/Arti Visive del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.
“Come una permanenza culturale in una società avanzata”, ha notato Mauro Carrera nella monografia dedicata alla retrospettiva presentata nella Pinacoteca della Rocca Sforzesca di Dozza tra novembre e dicembre 2016, “riaffiora nella ricerca di Anna Boschi un nesso intimo tra segno pittorico e segno scritturale, una coesistenza imprescindibile come quella tra due facce del medesimo foglio. L’artista pare insinuarsi tra le due dimensioni per cercarne una terza che scaturisce dalle superfici scabre, genera screpolature, incrina certezze, produce lacerazioni, procura crepe, scava solchi, si frammenta; da essa vengono fuori brandelli di senso che si sfilacciano e intessono nuove trame di significati. La scrittura in tutto ciò ha un ruolo di primo piano: è un fondiglio prezioso e suggestivo sorto dalle patine pudiche, dalle sedimentazioni impalpabili di una liturgica vestizione dell’opera. La supposta chiarezza del messaggio assurge ad un livello di complessità meritevole, per essere compreso, di più accurate indagini. A tutta prima il senso parrebbe lampante, poi prende inopinatamente a nascondersi per infine far di nuovo capolino, senza tuttavia mai palesarsi del tutto. I territori sacri in cui ha luogo questo rituale della comunicazione sono superfici per la scrittura, atre lavagne o trasparenze anemiche” (https://www.annaboschi.it/2016-pinacoteca-della-rocca-di-dozza-bo-anna-boschi-1967-2017-retrospettiva/).