Maria Credidio, nata nel 1957 a Terranova da Sibari (Cs), ha completato gli studi artistici nel 1978. Artista poliedrica e di ricerca, conduce intensa attività e apprezzata sperimentazione. Ha partecipato a rassegne italiane ed europee e ha esposto in gallerie private e istituzioni pubbliche, tra cui la Fiera d’Arte Internazionale ARTEXPO di New York, la Fiera d’Arte Contemporanea di Copenhagen e la Biennale Internazionale di Venezia. Il suo è stato un percorso coerente, in sintonia con le espressioni dell’arte del ‘900 e la sua azione è stata oggetto di analisi da parte dei maggiori critici italiani. Le sue opere si trovano presso importanti centri d’arte e spazi museali. Ne citiamo alcuni: MAON, Museo d’Arte dell’Otto e Novecento di Rende (Cs), MAC, Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina (Tp), Museo MACRO di Roma, Civico Museo Parisi-Valle Maccagno (Va), Museo MACS di Santa Maria Capua Vetere (Ce), Museo MACA di Acri (CS), Spazio Thetis all’Arsenale di Venezia, Collezione d’Arte contemporanea Bancartis, BCC di Rende (Cs), Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea Bancart’e BCC di Livorno. Maria Credidio è annoverata nel Catalogo d’Arte Moderna dal Secondo dopoguerra ad oggi, n. 38, editoriale Giorgio Mondadori. Tante le riviste d’Arte nelle quali viene citata, tra cui “Arte Mondadori”, “Artribune”, “Flash Art”, “Rivista Segno”, “Juliet Art Magazine”. Ha tenuto lezioni di pittura e ceramica agli studenti della Cambridge e Harvard University.
“Pittrice astratta, espressivamente drammatica”, ha scritto Paolo Levi nel 2006, “la Credidio non riproduce apparenze, ma – in chiave di una prospettiva ripresa dall’alto – ci conduce attraverso l’esperienza lirica di composizioni accattivanti. Colpisce, nel suo procedimento inventivo, la determinazione di affrontare lo spazio come percorso aperto, nel contempo indefinito, strutturato lungo preziose scansioni sinuose: viene, infatti sempre in soccorso dell’osservatore un suggerimento di appaganti chiavi di lettura in una soluzione di elementi simbolici che appaiono come esplosioni o implosioni, ed occupano non gratuitamente la superfice del quadro” (https://mariacredidio.it/pittrice-astratta-espressivamente-drammatica/profilo/testi-critici/). E nel 2019, Mario Verre ha ben chiarito i caratteri peculiari dell’arte di Maria Credido: “le sue installazioni mirano ad istituire un dialogo con lo spazio circostante, mentre i suoi quadri contengono all’interno del campo visivo dei vettori di direzione, funzionali ad indirizzare lo sguardo del fruitore in un senso piuttosto che in un altro”[…] Un ‘minimal art content’ (‘contenuto d’arte minimale’), per dirla usando le parole del critico e filosofo britannico Richard Wollheim, contraddistingue le proposizioni plastiche e pittoriche di Maria Credidio: una costruzione dell’immagine ridotta ai minimi termini, l’antiespressività, un’economia assoluta e ben calibrata degli elementi formali, l’abolizione della dimensione emozionale, l’impersonalità sono tutte coordinate attraverso cui leggere correttamente l’esperienza creativa, avvincente quanto meritevole di maggiore attenzione, di questa donna del Sud, caparbia creatrice di emozioni visive freddamente oggettuali così come spiritualmente trascendenti, tra terra e cielo” (https://mariacredidio.it/maria-credidio-una-minimal-art-tra-oggettivita-e-trascendenza/profilo/testi-critici/).