Nato nel 1978, Fabrizio Oberti vive e opera a Madonna dell’Olmo (Cn). Si è diplomato Geometra e laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino. È docente di materie tecniche e professionali presso scuole secondarie di primo e secondo grado. Si è avvicinato all’espressione artistica nel 1999, realizzando una serie di opere a tempera su carta, per passare poi all’utilizzo dell’olio tradizionale e per giungere quindi, nel 2005, a lavorare a spatola su vari supporti, quali la tela, la tavola, la carta, la ceramica a freddo. Negli ultimi anni, si è concentrato sulla ricerca materica sempre con l’ausilio della spatola, con cui realizza paesaggi senza alcun tipo di bozza a matita e tavolozza. Oberti ha partecipato a molteplici mostre collettive e ha allestito svariate personali in provincia, a Trento, Taormina e Montecarlo, dove nel 2005 ha vinto il Nobel dell’Arte. Sue opere sono esposte in permanenza presso il Centro ARCHIART di Madonna dell’Olmo e si ritrovano presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero (Germania, Svizzera, Stati Uniti, Australia), oltre che essere pubblicate su cataloghi e annuari d’arte, tra cui “L’élite”, “Avanguardie Artistiche” e “ARTE MONDADORI”. Il quadro è la sua tavolozza dove stende i colori in modo istintivo e diretto, facendo vibrare colori intensi e pastosi. Oltre ai paesaggi (campagne fiorite anche di grandi dimensioni, fari marini, marine, alberi) punteggiati da un “omino solitario”, che rappresenta la piccolezza dell’umanità
all’interno dello spazio naturale, immenso e potente, Oberti sperimenta negli anni vari filoni di pensiero tra cui: “l’Astracolorismo” (termine coniato da lui stesso per definire una pittura che trae spunto dalla natura e al contempo viene filtrata con un colorismo astratto); “I moduli cromatici” (opere realizzate spesso ad occhi chiusi in cui l’artista dà sfogo alla rappresentazione della propria interiorità istintiva, utilizzando materiali di vario genere); “I paesaggi dell’anima” (ciclo di opere in cui il colore quasi monocromo vuole rappresentare gli stati d’animo dell’essere umano); “I flussi” (ciclo di opere su alluminio in cui flussi materici rappresentano i dinamismi interiori del nostro essere); “I paesaggi informali” (opere in cui i paesaggi vengono scomposti in tasselli di colore informale); “I matericismi informali” (opere a tecnica mista su alluminio in cui campi geometrici ben definiti, presentano spazi di colore informale); e infine, di recente esecuzione, le opere legate al ciclo del “Naturalismo astratto” (una fusione dell’Astracolorismo con la pittura informale) e a quello del “Legoismo” (opere realizzate in parte con i mattoncini LEGO, integrati con una parte di pittura informale, il tutto racchiuso da una teca, combinando scultura, pittura e design). Per un breve periodo, Oberti si è anche dedicato alla scultura metallica, incentrata sulla tematica delle forze che si dispiegano nello spazio con equilibrio.