“L’artista Severino Magri”, ha scritto Alessandra Maritano per il sito “This is My Church”, “cerca. Cerca per trovare e dal trovare, arriva a fare. Cerca nel suo intimo e nel contatto esterno con la realtà che lo circonda, provata, in ogni istante, come in quella tratta dal ricordo custodito nella memoria, la lingua del suo agire, del suo materializzare arte. Ciò facendo trova e rende in materia. Nato nel 1958, giavenese per residenza, Severino Magri da oltre trent’anni coltiva una profonda passione per la pittura, coltiva una sua passione per l’arte, maturata e portata all’incontro con il pubblico, in particolare negli ultimi dieci anni. Un percorso di crescita di identità e riconoscimento del proprio istinto quello compiuto da Severino che si è andato a svelare lavoro dopo lavoro, a partire da una ‘traccia’ colta nello smontaggio di un tavolo da biliardo, alimentata poi in uno speciale impiego del colore, con una predominanza di neri e di rossi, e nel riconoscere le materie che si prestano ad accogliere il suo spirito. Legno, vetro, carta, metallo, oggetti. Fra questi ultimi le sfere da biliardo”. “Nel panorama espositivo Severino Magri ha raccolto partecipazioni a collettive e personali, fra cui una Paratissima a Torino nel 2013, ExpoArteItalia a Villa Bagatti Valsecchi Varedo nel 2015 e altre”. Nel 2019, è presente nella collettiva Plastikal(mente) nell’Inconscio e nella bipersonale Cohaesus al LabGallery This Is My Church di Torino. E tra dicembre 2021 e febbraio 2022, ha allestito la personale con il progetto Memorie al CSA Farm Gallery di Torino. “Di questi giorni l’accordo con il PAV, Parco Arte Vivente di Torino, Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea per l’inserimento permanente di ‘Continuum’, un’opera nuova, una radice presa in prestito da un grande ulivo, pianta ormai morta ma che ricaccia e si riprende la vita in uno spazio di pietre antiche deposte a cornice”.
“L’arte di Severino Magri”, ha puntualizzato a sua volta Alex Kova, “stupisce per la ricerca e la sperimentazione. Sempre sul sentiero della memoria dei soggetti della sua ispirazione, dei supporti e materiali utilizzati, Magri porta l’osservatore ad indagare ed a lasciarsi trasportare sia nel tumulto interiore che nei significati talvolta apparenti ed altre velati. Dietro le quinte dell’opera finita permane il nucleo di una progettualità sostenuta dagli elementi anche opposti nella loro entità, ma che perdono la loro contraddizione nella maestria con cui Magri riesce a conciliarli. Quel processo dunque va dalle emozioni primitive alla riflessione concentrata, dalle intenzioni sbrigliate alla cura meticolosa. Solo dopo questo assemblaggio di idee e di azioni nasce la creazione dell’opera di Severino Magri dove un perché non rimane abbandonato a sé” (https://thisismychurchlab.com/severino-magri/).