Galleria

en plein air

Mareggiata

Mario Giammarinaro

Tecnica mista su tela applicata su tavola

20 x 20 cm

2018

Mario Giammarinaro è nato a Torino nel 1951. Vive e lavora a Moncalieri (To). Allievo di Filippo Scroppo ai corsi del Nudo all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e di Roberto Bertola alla Scuola di Arti Grafiche “Vigliardi Paravia”. Ha svolto per trent’anni la professione di grafico. Espone dal 1969 in mostre personali e di gruppo in Italia, Francia, Germania e Svizzera. Mario Giammarinaro è impegnato in un viaggio attraverso resine, plastiche e colle da legatoria, che testimonia il suo rapporto di fascinazione con la materia e conosce anche quella che l’artista ama definire “la poetica del silenzio”. Da tempo lavora su temi ambientali, dalle maree nere alle mareggiate alle terre fossili, tra pittura, scultura e installazioni. Per Federico Poletti, siamo di fronte ad una “spiazzante concezione del paesaggio contemporaneo nel crocevia tra natura, artificio e cultura. Questa la visione secondo le ‘lenti artistiche’ di Mario Giammarinaro la cui ricerca è fortemente connotata dall’uso della materia per dare vita a un rinnovato espressionismo informale.

Attraverso segni densi e concrezioni materiche dai toni cupi si sviluppa una poetica che racconta tutta la potenza della natura e il mistero del suo continuo rigenerarsi, nonostante le reiterate violenze perpetrate dall’uomo e dalla società contemporanea. Un tema decisamente attuale e molto caro all’artista, la ricerca di un’armonia tra uomo e natura, e il legame profondo con gli elementi primordiali, la terra e l’acqua”. “In tutti i suoi manufatti”, ha puntualizzato ancora Giovanni Cordero, “si notano la personalità plurima dell’artista: l’alchimista, lo sciamano, il ricercatore scientifico disciplinato e preciso che sperimenta nuove possibilità della materia tecnologica e la forgia esteticamente in modo innovativo. Conosce il segreto delle colle, dei leganti, delle amalgame sintetiche, dei pigmenti industriali, delle resine e dei polimeri plastici. Nel suo crogiuolo filtra, impasta, mescola, cuoce condensa e modella derivati idrocarburici che con il suo intervento diventano nuove terre dai riflessi vitrei”.