Dario Ghibaudo, nato a Cuneo nel 1951, vive e lavora a Milano. Ha partecipato a mostre personali e collettive a partire dal 1990. Ha esposto in Italia a Venezia all’Open 2005, esposizione internazionale di scultura, e a Milano alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. All’estero, a Bruxelles, Wisbaden, Darmstadt, Francoforte, Shangai, Yerevan, Buenos Aires. A Cuneo è autore del monumento celebrativo a Giuseppe Peano intitolato Curva di Peano, realizzato nel 1998. Tra i suoi lavori si ricorda l’Archivio dei nasi d’artista (di Andrea Serrano, Orlans, Arnaldo Pomodoro, Enrico Baj e altri). Il naso è disposto su carta, inserito in una confezione di cartone che lo raccoglie come una scatola di imballaggio. Per l’artista, un naso richiama alla memoria un intero viso, immaginando un intero ritratto dove i tratti somatici vengono ricostruiti mentalmente intorno a un unico dettaglio. L’archivio virtuale, nato nel 1994, oggi conta 70 esemplari di lavoro. I nasi, una selezione di 15 esemplari, sono stati esposti per la prima e unica volta in Germania nel 1998. Da ricordare anche il progetto basato sull’impianto illuministico della catalogazione e della registrazione scientifica, il vasto ciclo in continuo accrescimento dal 1990, del Museo di Storia Innaturale, pieno di creature e personaggi fantastici, tutte opere realizzate rigorosamente in materiali sintetici. Tra le sue mostre personali più recenti, si ricordano quelle tenutesi alla Galleria Paolo Tonin Arte Contemporanea di Torino nel 2014 e alla Galleria Pack di Milano nel 2018.
E tra le sue principali mostre collettive, si segnalano quelle organizzate in Palazzo Comunale e nella Cappella di San Ponziano a Spoleto (PG) nel 2012, al Centro Cultural Borges di Buenos Aires (AR) e alla Galleria Luisa Delle Piane a Milano nel 2013 e a Montecarlo (MC), oltre che al Museo Poldi Pezzoli e alle Gallerie d’Italia a Milano, nel 2014. Dario Ghibaudo è un artista scultore sui generis, autore esperto di opere in pietra e in marmo, ma soprattutto manipolatore divertito e divertente di materie artificiali, quali il poliuretano, le resine, la pelliccia sintetica, la carta, i colori acrilici, l’inchiostro, il legno, il vetro, la porcellana, l’argilla bianca o ancora il cemento e la polvere di marmo. Nei primi anni Novanta, grazie al gallerista di origini italiane Angelo Falzone, ha esposto nella sua Halskratz Galerie (Galleria Grattagola) aperta nel centro di Mannheim in Germania ed è entrato a far parte del gruppo originario di artisti che lo stesso Falzone avrebbe poi denominato “Concettualismo Ironico Italiano”. Con il disegno e la scultura, l’artista svela l’esistenza fisica di universi paralleli, popolati da esseri ibridi inverosimili, chimere materializzate di una zoosfera geneticamente impazzita, che sono sottoposte all’occhio indagatore dell’osservatore come in uno studiolo delle meraviglie distorte, dove si è interrogati in modo beffardo e provocatorio sui destini inquietanti di una nuova forma di bellezza creaturale, coincidente con quella fittizia della vita delle forme artificiali nella realtà umana e sociale contemporanea.