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en plein air

Naturalmente Sguardi #25q

Antonio Ambrosino

Stampa su alluminio Dibond spazzolato

20 x 20 cm

2017-22

Antonio Ambrosino è nato nel 1982 a Napoli. Dal 2011, vive e lavora a Serdes, frazione del comune di San Vito di Cadore (Bl). Si è formato a Torre del Greco (Na) in ambito orafo e presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, diplomandosi in Scultura. Presso l’Istituto napoletano, ha maturato esperienze formative quali la partecipazione al collettivo ‘quartapittura’ e la collaborazione con il maestro Shozo Shimamoto, a cui si aggiungono periodi di residenza all’estero e concorsi per opere pubbliche. È nell’Oggetto che l’artista ricerca il senso del suo lavoro, modellando piccoli tasselli di un tempo da lui scomposto, frammentato. Laddove, però, si legge chiaramente il segno del suo scorrere marcato e netto, ecco emergere un logorio lento, scuro che quasi sembra portare alla perdita di un senso, a causa della sua sistematicità. Il suo tempo oggettuale non ha un moto ciclico e nemmeno una direzione orizzontale. I suoi oggetti si stagliano verso l’alto, a riempire lo spazio del nostro immaginario, attingendo dal suo e riportando alla luce porzioni di angoli bui. Invertendo il normale meccanismo della visione, per cui nell’oscurità esplode la luce, con il suo modo di operare, Ambrosino nella luce riesce a far esplodere l’oscurità. Questa visione attraversa tutta la sua ricerca fino alle sue ultime declinazioni nel ciclo Nosce te ipsum, ove il delicato fondo della carta d’Amalfi

assume la consistenza di ‘corpo’ segnato dalle tracce del tempo. L’aspetto sperimentale che segna la sua ricerca, la capacità di utilizzare medium diversi unito alla versatilità nello stabilire una relazione con i luoghi, così come è avvenuto con il suo trasferimento dal Mezzogiorno d’Italia al roccioso ambiente delle Dolomiti, è la base di partenza per nuovi confronti e stimoli. In un’intervista ad Antonio Ambrosino di Francesca Di Giorgio per “Espoarte”, in relazione alla mostra personale K466 Allegro assai, a cura di Massimo Bignardi, tenutasi tra ottobre e novembre 2018 al Centro di Documentazione della Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro a Roma, l’artista campano ha chiarito la natura composita della sua ricerca artistica, in relazione al ruolo della composizione e del tempo nella musica e all’omaggio reso a Mozart, a cui si dichiara molto legato nel suo lavoro, “forse per l’idea di ritmo, per il gioco di contrasti, per la necessità di lavoro quotidiano che c’è dietro le cose, in particolare per la capacità/volontà di poter toccare i sentimenti più profondi e intimi dell’essere umano. La K466, in particolare il terzo movimento, mi ha sempre suscitato un ribollio di emozioni molto forti; mi riconosco nell’attività frenetica e tesa con cui lavoro ad un’opera e, infine, nella grande soddisfazione al vederla realizzata” (https://www.espoarte.net/arte/antonio-ambrosino-composizioni-nel-tempo-e-nello-spazio/).