Galleria

en plein air

Nuovo habitat

Katarina Balunova

Acrilico su tela

20 x 20 cm

2021

Katarína Balúnová è nata nel 1982 a Krompachy, in Slovacchia. Vive e lavora tra Spisska Nova Ves (Slovacchia) e Torino. Nel 2019, ha terminato con successo il suo studio di dottorato presso l’Accademia delle Arti di Banska Bystrica (Slovacchia). Dal 2021 sta conducendo una ricerca post-dottorato presso l’Accademia di Belle Arti di Praga (Repubblica Ceca). I suoi lavori includono una varietà di media diversi come dipinti, installazioni, fotografia e video. Il tema principale del suo lavoro è l’utopia, l’habitat urbano, la mitologia personale, la cosmologia, l’oscillazione tra passato e futuro. Lavora con una vasta gamma di mezzi espressivi, che spaziano dalla pittura alle installazioni, dalla performance al video e alla poesia. Ha esposto in più di 20 paesi in tutto il mondo. Nel 2013, è stata finalista del concorso di pittura Modessque della New Era Art Foundation a Varsavia (Polonia). Nel 2014, è stata finalista di NOlab Art Contest a Milano, Italia e Pittura dell’anno da VUB Foundation Bratislava (Slovacchia). Nel 2015, è stata selezionata per partecipare alla 6a Biennale Internazionale d’Arte di Pechino (National Art Museum of China). Nel 2015 e nel 2017, è stata nominata per il Bloom Award da Warsteiner a Colonia (Germania). Nel 2017, è stata selezionata per partecipare al simposio Mark Rothko 2017 presso il Mark Rothko Art Centre a Daugavpils (Lettonia). Nel 2018, ha vinto la borsa di studio dalla Fondazione Visegrad per l’Università Ungherese di Belle Arti a Budapest (Ungheria).

Nel 2019, ha ricevuto il premio nazionale Slovacco Martin Benka per le Belle Arti. E nel 2020, ha ricevuto l’Art Grant dal Slovak Arts Council ed è stata selezionata per il 2° Dafen International Oil Painting Biennale a Shenzhen (Cina). Come ha scritto Giovanni Cordero in un suo testo del 2013, intitolato Piani urbanistici, case e mura come difesa e rifugio, “Katarina Balunova dipinge piani urbani dove la geografia di città immaginarie è la testimonianza di conflitti non solo esterni. I muri di quelle case, scheletri o strutture delle nostre identità, che ci hanno salvato dal decadimento del tempo sono ora fragili e vulnerabili e bramano una nuova stabilità. Le mappe dell’artista sono icone della casa come ultima fortezza di difesa, sicurezza, quiete e privacy. Sono l’ultimo rifugio per gli animali, prima che l’Uomo si trasformi in una bestia distruttiva, selvaggia e sanguinaria”. E per Jana Babušiaková, curatrice della mostra personale Periferia – Centro, allestita nel 2019 presso lo Spazio culturale T3 di Bratislava (Slovacchia), “la giovane artista di Košice presta molta attenzione alla città, soprattutto nella sua forma astratta e geometrica. Nella pittura, nell’installazione e nella fotografia, lavora spesso con le strutture ‘dure’ della città: planimetrie, muri, edifici e masse nei complessi urbani. Attraverso di loro, però, è intrinsecamente interessata alla sua struttura ‘morbida’, basata sul movimento dei suoi abitanti al suo interno nonché sui suoi mutamenti nel tempo”.