Galleria

en plein air

OL 204

Gianni Baretta

Olio su frammenti di tela applicati su faesite

20 x 20 cm

2019

Gianni Baretta è nato ad Alessandria nel 1951, città in cui vive e opera da sempre. Ha iniziato la sua attività artistica nei primi anni ’70, in parallelo agli studi di medicina a Genova, abbandonati definitivamente nel 1976. La prima mostra personale risale al 1976; a questa ne sono seguite numerose altre, almeno fino alla soglia degli anni ‘90. Da quel momento, è iniziata una sempre maggiore rarefazione di esposizioni proprie in parallelo con il consolidarsi, a partire dal 1987, di una mai interrotta attività di organizzatore di mostre per l’Associazione Culturale “Il Triangolo Nero”. Dal 1979 al 1984, con alcuni amici ha inventato e prodotto le “Edizioni del Piombino”, che si proponevano di realizzare libri opera, libri d’artista e libri di illustrazione che avessero, in particolare, legami consonanti tra poesia, testi letterari e immagini. Alla fine del 1984, in perfetta solitudine, ha dato vita a d una nuova sigla editoriale “I libri della luna nera”. Quasi un centinaio sono i titoli prodotti per le due ‘etichette’, che hanno visto la partecipazione collaborativa di molti artisti che si sono cimentati nel campo dell’illustrazione/interpretazione di testi, soprattutto di narrativa e poesia. Non meno importante è l’attività calcografica di Baretta che, iniziata nel 1980, prosegue tuttora, avendo all’attivo la realizzazione e la stampa di più di 900 lastre e matrici incise. Il mondo dell’incisione è quindi parallelo, per l’artista alessandrino, a quello più centrale della pittura perché ne diviene contrappunto,

analizzando e confrontando idee spunti e varianti che confluiscono in quella sfera creativa costituita da un labirintico bacino che è crogiolo di tante collaterali passioni vitali come la musica, la poesia e la storia dell’arte. Negli ultimi anni sono riprese con maggiore frequenza le occasioni espositive con un alternato interesse verso la pittura, con i mai dimenticati e complessi amori verso il colore, quanto per il quotidiano fare del disegno. Sempre particolarmente felice è la fase creativa dedicata alle ‘Stanze’. Queste sono scatole-cassette, i cui primi esemplari risalgono al 1980, nelle quali prendono forma piccoli mondi tridimensionali e scenografici (vere e proprie wunderkammer), con sconfinamenti nel racconto o in qualunque intuizione creativa che nasca libera nell’assoluto piacere del fare, del disegnare, del dipingere, e perché no, dell’assemblare in genere. Dal 2017 sono riprese le “indagini” sulle infinite possibilità del colore declinato attraverso l’uso e le tecniche del colore ad olio. Per le più recenti Stanze, esposte, insieme ai Disegni di fine anni ’70, nella mostra di Gianni Baretta Il Silenzio Il Gioco Il Segno, allestita tra marzo e aprile 2018 nello spazio CSA Farm Gallery di Torino, Rosalba Zuccaro, con un testo dal titolo Una metafisica dell’equilibrio, si è così espressa: “Anonime scatole di legno diventano ‘stanze’, il luogo di una orchestrazione di pochi elementi che creano uno spazio scenico essenziale di calibrata misura”.