Galleria

en plein air

Paisajie

Coco Cano

Acrilico su tela

20 x 20 cm

Coco Cano è nato a Montevideo, Uruguay, nel 1952 e attualmente vive e lavora tra Carmagnola (To) e Montevideo. Dopo gli studi secondari, è entrato all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Montevideo. Nel 1970 ha dato vita al “Taller Tacuabé”, un laboratorio sperimentale nel quale sviluppa ricerche in svariati campi, dalla ceramica al cuoio, dal legno alla carta pesta, ai tessuti, fino alla grafica e alla pittura. Successivamente, si è dedicato alla tessitura con il telaio e ha aperto un piccolo atelier, “Telar”, dove ha sviluppato le ricerche sul colore e sulle forme, ispirandosi alla tradizione indigena sudamericana. Contemporaneamente alla tessitura, ha continuato la ricerca grafica, utilizzando sistemi rudimentali e tecniche molto semplici, colori naturali e materiali poveri. Nel 1973, come molte migliaia di uruguaiani, ha lasciato il suo paese. Si è trasferito a Buenos Aires, Argentina, dove ha continuato il suo lavoro nel campo dei tessuti e della grafica. Nel 1976 è arrivato in Spagna e si è stabilito a Barcellona. Spinto dal desiderio di conoscere, è andato in Francia e successivamente in Olanda, in Germania e in Italia. Si è fermato a Torino, dove ha studiato grafica e fotografia. Ha ricoperto la carica di Assessore alla Cultura e Comunicazione, per diversi anni, nel Comune di Carmagnola. Ha tenuto lezioni, saggi, conferenze e stages sulla comunicazione, lo sviluppo del linguaggio comunicativo, le nuove tecniche dell’immagine e svariati laboratori didattici in numerose biblioteche e scuole italiane, pubblicando fiabe illustrate per bambini. Ha pubblicato, fra gli altri, i libri “La valigia che voló” (1991), “Il viaggio di Mamita” (1995), “Mundos” (1996), “Caracol” (1996), “I colori dei Sogni” (2002), “Los colores del alma” (2006), “Identidades” (2008), “Il viaggio di Cokito” (2015). Sono stati realizzati diversi filmati e video sul suo lavoro, sia artistico che grafico, in Italia e all’estero. Collabora con la 

casa editrice “La Giostra” di Roma e con la “Fondazione Paideia di Torino”. È attivo anche nel campo del design e dell’arredamento, realizzando lavori in vetro, ceramica e ferro. In Uruguay ha realizzato varie opere pubbliche, fra le quali l’ingresso al Policlinico dell’Ospedale Maciel, nella Città Vecchia della capitale, Montevideo; il murale all’aperto, di 18 metri x 6, nella scuola pubblica di Guatemala, calle Rivera; e i murales dell’Ospedale Saint Bois, nella città di Manga, Montevideo. In Italia ha organizzato più di 200 esposizioni personali e collettive, oltre ad aver realizzato lavori, murales e istallazioni scultoree monumentali per diverse piazze e luoghi pubblici del Paese. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in molti paesi del mondo. Caracol Art Gallery è lo spazio espositivo online di riferimento in Italia, con molteplici proposte di acrilici su tela, serigrafie, multipli d’autore e sculture. Secondo Marco Stoppa, l’arte di Coco Cano “rappresenta un formidabile percorso di conservazione della memoria – e quindi delle proprie radici – e di adattamento culturale”, che ha preso le sue mosse dalla “matrice culturale e artistica di Joaquin Torres Garcia, l’artista che traghettò l’arte uruguaiana e sudamericana alla modernità”. E per Erika Ferretti, l’identità artistica di Cano “si ‘costruisce in viaggio’”, delineandosi “come un ponte sull’immenso oceano che unisce mondi diversi e accomuna diverse culture”. Il suo stile è inconfondibile e comunica un’esplosione di energia vitale, liberatoria, veicolata attraverso un gioco combinatorio di segni, forme e colori, in cui si armonizzano i simboli della cultura sudamericana e i paesaggi delle amate Langhe. A dominare, comunque, la sua mente restano gli elementi naturali, costanti e impellenti, dell’agua, della tierra, e del fuego, che si rifanno all’immaginario fascinoso del Cono Sur.