Anna Falco è nata nel 1977 a Cuneo. Cresciuta a Cervasca (Cn), vive e opera a Bernezzo (Cn). Nel 1996, si è diplomata presso il Liceo Artistico “E. Bianchi” di Cuneo nel corso quinquennale ad indirizzo artistico. Nel 2002, ha conseguito il Diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano al Corso di Scultura e ha ottenuto il Diploma presso la Fondazione C.O.V.A. di Milano al Corso di specializzazione in ceramica Raku. Nel 2003, ha ottenuto il Diploma presso la Fondazione C.O.V.A. di Milano al Corso di Tornio. E nel 2006, ha acquisito il Diploma al Master online in “Comunicazione e Marketing dei Beni Culturali”, Opendata, Firenze. La ricerca di Anna Falco è incentrata specificamente sullo studio della “forma” e di tutto ciò che è “materia”. Ha iniziato con l’utilizzo dei più vari materiali, per concretizzarsi e svilupparsi nell’ambito ceramico. L’iscrizione ad un corso di specializzazione in ceramica Raku le ha aperto un nuovo orizzonte artistico. La ceramica Raku (antica tecnica giapponese) è diventata il mezzo per dare “forma” e “colore” al suo bisogno di esprimersi. Con l’apprendimento della tecnica Raku, l’artista è riuscita a rendere personale ogni fase della lavorazione: dalla foggiatura delle forme, sempre molto morbide e “fluide”, alla tecnica di cottura.
La caratteristica del Raku si racchiude proprio nell’utilizzo di particolari terre e smalti, che vanno a completarsi nella cottura, detta “riduzione”, con la creazione del famoso effetto “craquelé”, che dà all’oggetto un senso di vissuto ed antico. È particolarmente da sottolineare come l’artista ottenga questo passaggio, utilizzando il fuoco vivo anziché il classico forno a gas. L’ultima cottura, eseguita all’aria aperta, a contatto con il fuoco e con gli oggetti Raku, sembra renderla viva e attiva. Il fuoco e la fiamma avvolgono gli oggetti in ceramica: scaldandosi iniziano la loro “riduzione”, che si intuisce visibilmente nel cambiamento degli smalti che poco alla volta si ossidano ed assumono sfumature a volte metalliche. Ogni pezzo terminato non è quindi mai uguale a un altro, in ogni “singolo” vi è una propria autonomia, una diversa temperatura di cottura che gli dà un certo senso di casualità molto interessante e sempre affascinante. L’artista, con la sua produzione ceramica, si propone nella sua semplicità e nella sua genuina naturalezza, che la porta a vivere questo percorso artistico come un momento fisico, in cui non ha paura di sperimentare e “impastarsi” le mani con l’argilla e gli smalti. Questo tipo di approccio esprime una concretezza oggettiva che non vuol trovare particolari significati o interpretazioni: l’oggetto va semplicemente creato, curato nella sua lavorazione e infine osservato.