Rosa Bosco è nata nel 1952 a Settimo Torinese (To). Vive e lavora a Torino. A fianco dell’attività lavorativa in ambito industriale, coltiva e sviluppa i suoi interessi nel campo artistico. È grafico pubblicitario per interesse personale verso gli aspetti tecnici e le implicazioni psicologiche. Nell’ambito più propriamente artistico, ha approfondito le tecniche pittoriche presso l’Arte Studio di Torino e ha frequentato in seguito lo studio di Francesco Preverino, impegnato artista contemporaneo e docente dell’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino. Nel 1991, ha partecipato con un gruppo di amici alla fondazione nel Comune di Piscina del Museo all’aperto “Piscina Arte Aperta” (PAA), che ha seguito fino al 1994 e per cui ha creato il logo. La propensione all’espressione di tipo gestuale ed emotivo la porta alla pittura su grandi formati e alla sperimentazione nell’ambito dell’incisione, in particolare il “monotipo”, privilegiato negli anni ‘91/’94. È seguito l’utilizzo della fotografia digitale, per dare corpo alla sua invenzione artistica, con e senza intervento pittorico. Ha intrapreso, quindi, una ricerca sulla possibilità di una diversa visione di un soggetto o di una situazione, reinterpretando la loro rappresentazione grafica con la semplice ricollocazione degli stessi ingredienti che, con o senza aggiunta di intervento personale, propongono una nuova realtà o un nuovo punto di vista, fino alla serie delle “strips” e dei “notes” di piccole dimensioni, che in questa guisa utilizzano pagine di riviste illustrate, cui si aggiungono i più recenti collages e tecniche miste. Le stesse motivazioni sono espresse nelle opere di mail art e nei libri d’artista.
Sulle caratteristiche artistiche espresse da Rosa Bosco nelle opere presentate nella mostra Oggetto: Soggetto, proposta presso Mutabilis Arte a Torino nel 2014, Angela Schiappapietre ha detto: “Per l’artista arte e vita sono strettamente connesse e, nel suo ‘sentire’ il presente, ci rammenta che il nostro vivere contemporaneo è un fuggire via da tutto come un giro di vento, e c’è dato cercare soltanto, in tutte le direzioni e punti di vista. E come spesso accade, aiutati dagli artisti contemporanei, riesce a farci vedere un materiale da un’altra prospettiva”. E per la personale intitolata A modo mio, allestita nell’aprile del 2019 sempre da Mutabilis Arte a Torino, la stessa Bosco, rivolgendosi idealmente ai suoi visitatori, ha espressamente scritto: “Con questa mostra vi invito nel mio mondo e lo rappresento così come lo vedo. Espongo opere su carta, pannelli, fotografie e libri d’artista di diverse tecniche e dimensioni. È la rappresentazione di sentimenti e sensazioni e del bisogno di esprimerli con impeto, gestualità, istinto nel modo più rapido ed efficace possibile, a volte occultando volutamente immagini preesistenti per dare nuova vita e visione ad una pagina di rivista, altre volte l’urgenza di prenderne un frammento e intervenire con un gesto personale per farlo mio o per confondere le idee e suggerire il dubbio. Cose, oggetti, situazioni si incontrano e si presentano vicine pur con storie diverse, con l’intento di destabilizzare ed evitare l’avvio. China, acrilico, collage, ma anche bacche di fitolacca, ricordo di esperimenti fatti in campagna a pochi anni di età e ripresi con lo stesso entusiasmo. Ricordi, emozioni, dubbi, ribellione, gestualità, forme, colori, natura, il mio mondo appunto”.