Galleria

en plein air

Pesci palla

Gaetano Barbarotto

Acrilico su cartoncino

20 x 20 cm

2023

Gaetano Barbarotto, in arte GABA, è nato a Palermo nel 1957 e sin da piccolo ha manifestato passione nell’arte del disegno e della pittura, intraprendendone poi lo studio fino al diploma presso le Belle Arti di Palermo, conseguito nel 1978. Negli stessi anni, ha frequentato lo studio dell’artista Guido Quadrio (1938-2006) e da questa formazione di bottega il “giovane pittore” si è perfezionato nello stile ed è subito stato chiamato per partecipare a diverse mostre e rassegne d’arte nella città di Palermo. Negli anni Ottanta, si è trasferito a Milano e ha proseguito la propria affermazione artistica inserendosi nel mondo di Brera, dove ha conosciuto altri Maestri, tra cui Giuseppe Migneco, Ernesto Treccani, Mario Bardi e Enzo Migneco in arte “Togo”. La profonda amicizia che lo ha legato a Togo, docente di tecniche dell’incisione, gli ha svelato i segreti della calcografia, tecnica molto adatta alla sua innata capacità grafica. Impegnato fra partecipazioni a collettive e diverse rassegne personali, nel 1982 ha partecipato al Premio Nazionale d’Arte Contemporanea dedicato al tema “Padre Kolbe e l’olocausto”, un evento curato dal critico Albano Rossi, assieme a Bruno Caruso, Ernesto Treccani, Mario Tornello e Gianbecchina. Nel 2019, è tornato a vivere stabilmente nella propria città natale, dove ha ripreso frequenti contatti con molti amici artisti siciliani e compagni degli studi alle Belle Arti. Ha continuato a partecipare a rassegne tra cui la Biennale internazionale d’arte contemporanea del sacro BIAS 2020, che ha accolto tre sue opere alla Galleria del Loggiato di San Bartolomeo di Palermo. Altri dipinti sono esposti all’Arsenale di Venezia, sul Naviglio Grande di Milano, al Museo Beccadelli di Marineo, nella Biennale d’arte contemporanea di Ciminna, a Cefalù presso la Galleria Ottagono di Santa Caterina per il Simposio d’arte. L’attività artistica di Gaetano Barbarotto è seguita sulla stampa, nel web e in televisione: RAI tg3, “Il Corriere della Sera”, “Il Giornale di Sicilia”, “L’Ora”, “EmmeReports”, “Siciliano”, “Critica d’arte” e “Cefalù news”.

Molte sue opere sono presenti in Gallerie e Musei: la Basilica di Padre Kolbe a Milano, l’Abbazia di Baida di Palermo, il Convento figli della Croce Palermo, l’Arcivescovile di Palermo, La Sala Consiliare del Comune di Siziano a Pavia, il Museo Beccadelli di Marineo e quello degli Angeli di Brolo e il Centro dell’incisione a Milano. Dall’attenzione per la sofferenza dell’uomo e di un popolo, la sensibilità di Gaetano Barbarotto si allarga al dramma del Creato, sempre più vilipeso e sfruttato contro ogni logica e rispetto. La violenza psicologica sui minori, le laceranti cesure fatte di muri e confini, lo sversamento di inquinanti nell’ecosistema, l’abbandono di rifiuti non biodegradabili, le tracce sempre più evidenti di un’umanità incapace di guardare al futuro segnano sempre più le creazioni dell’Artista, che cerca di trovare comunque, anche nei materiali di scarti, possibilità di creare bellezza. L’opera di Barbarotto, infatti, non si sottrae alla denuncia, ma cerca sempre di mantenere alta l’attenzione verso un’estetica classica, dove al significato non si sottrae la ricerca di equilibrio, tecnica e maestria: l’opera d’arte, per essere tale, deve andare oltre il semplice messaggio interrogandosi anche sulla propria capacità di attrarre e distinguersi dal quotidiano. Dopo il lungo periodo milanese, denso di significati ma lontano dai colori e dalla forza impetuosa della propria terra, torna prorompente il desiderio di presentare il mare di Sicilia, una passione che profuma di salsedine e di vento, di sferzate d’onda e fascino per questa vita nascosta e al contempo immensa.