Filippo Scroppo è nato a Riesi (Cl) nel 1910 da famiglia valdese ed è morto a Torre Pellice (To) nel 1993. Trasferitosi nel 1934 in Piemonte, ha preso parte a rassegne artistiche nazionali e internazionali quali la Quadriennale romana e quella torinese, a quattro edizioni della Biennale di Venezia, alle mostre dell’Art Club in Italia e all’estero, ad esposizioni rappresentative dell’Arte italiana contemporanea nei paesi Scandinavi, in Germania, Austria, Svizzera, Principato di Monaco, Francia, Polonia, Sud Africa, Australia. Laureato in lettere, si è occupato di critica d’arte su quotidiani e riviste. Ha insegnato dal 1948 al 1980 all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ed è stato membro attivo dell’Art-Club e del M.A.C. Dal 1949 al 1991, ha organizzato 41 edizioni della Mostra d’arte contemporanea a Torre Pellice. Nel 1950, è stato presentato con Albino Galvano da Gianni Monnet alla libreria Il Salto a Milano; nel 1951, ha partecipato ad Arte astratta e concreta alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e ad Astratti milanesi e torinesi da Bompiani a Milano. L’anno successivo, ha allestito una sua personale alla Galleria Gissi di Torino e per l’occasione firma, con Annibale Biglione, Albino Galvano e Adriano Parisot, il manifesto di adesione al M.A.C. (Movimento Arte Concreta) torinese, collaborando poi ed esponendo a tutte le manifestazioni del gruppo. Tra le personali: nel 1960, alla Galleria La Bussola di Torino e a Il Cancello di Bologna; nel 1962, al Musèe d’art et d’Histoire a Neuchatel con presentazione di Italo Calvino; nel 1963 al Museo Rath di Ginevra; nel 1967, alla Galleria del Corso a Pavia; nel 1981, al The Arts Club di Washington. Tra le antologiche: nel 1965, alla Galleria delle Ore, Milano, con testi di Albino Galvano, Edoardo Sanguineti e Ascanio Dumontel; nel 1967, al Piemonte Artistico e culturale a Torino a cura di Angelo Dragone; nel 1979, al Foyer del Piccolo Regio di Torino a cura di
Marco Rosci; nel 1985, al Palazzo della Regione di Torino, a cura di Paolo Fossati. Tra le retrospettive: nel 2004-2005, la mostra Filippo Scroppo. Un artista tra pittura e critica all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, a cura di Pino Mantovani e Maria Teresa Roberto con la collaborazione di Ivana Mulatero. Sue opere figurano in molti musei d’Arte Contemporanea. Molte le firme di studiosi d’arte che si sono occupati della sua pittura. Nel 2016, la figlia Erica ha pubblicato una biografia tra parole e immagini intitolata Filippo Scroppo (1910-1993). Il pastore dell’arte edita a Torino da Claudiana, con prefazione di Simonetta Agnello Hornby. Recensendo il libro sul sito internet del blog di Giacomo Verri Libri del 9 agosto 2017, Mariolina Bertini ha innanzitutto sottolineato il ruolo di Filippo Scroppo come insegnante all’Accademia Albertina: “E con la sua personalità vulcanica, con la sua appassionata militanza per l’arte moderna, con il suo generoso entusiasmo ha certo contribuito in modo determinante a fare dell’Accademia quell’ambiente ‘libero, aperto e pieno di vita’ che mio padre [Aldo Bertini] tanto apprezzava”. Quindi, ha reso merito alla “biografia di Erica”, perché le ha permesso “di aver partecipato a una lunga, affascinante avventura: la pittura di Filippo Scroppo, esposta nei musei di tutto il mondo, ne è certo il centro, ma intorno a questo centro turbinano amicizie, esperienze, ricerche, iniziative di vasta portata. Ed emerge, nettissimo, il profilo dello Scroppo ‘protestante di Sicilia’ tracciato da Italo Calvino con la consueta precisione: quello di un ‘duro della pittura italiana, un uomo a cui è consueto considerare il piano dei valori ideali come il più forte e decisivo, un ribelle non emotivo o agitato, ma con l’ostinata certezza interiore di essere nel giusto, che è propria di una severa nozione della Grazia’”.