Isidoro Cottino è nato a Torino nel 1938. Ceramista, pittore, incisore, dal 1978 si è dedicato alle tecniche incisorie sperimentali. Si è diplomato presso la Civica Scuola di Arte Ceramica di Torino e ha frequentato i corsi liberi di nudo presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con Filippo Scroppo. Dal 1984 ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed è stato allievo di Nicola Sene per l’incisione, di Robert Simon per la litografia, di Riccardo Licata per l’incisione sperimentale, di Franco Vecchiet nella xilografia. Ha fatto parte dei “Maestri delle Scuola Internazionale di Grafica di Venezia”, come assistente di Riccardo Licata per i corsi di tecniche sperimentali. È stato fondatore dello “Spazio 9 Arte”, un Circolo Culturale e Galleria d’arte da lui creato per lo studio e la diffusione della grafica d’arte, con sede dapprima a Carignano e poi a Torino. Ha partecipato per vari anni ai Saloni Internazionali della grafica nelle sedi di Parigi, Madrid, Bologna. Una sua opera pittorica dedicata alla Sacra Sindone è esposta in
permanenza a Torino presso il “Museo della Sacra Sindone”. Al suo attivo vi sono 78 mostre personali ed oltre 200 collettive in Italia ed all’estero con artisti italiani e stranieri. “In Isidoro Cottino”, ha scritto Angelo Mistrangelo nel 2019, “l’alternarsi di linee e spazi, di dati cromatici, costituisce la musicale testimonianza di un dire dal segno armonioso e lieve, intrigante e limpidamente definito”. Egli “rivela nei passaggi delle sue opere, il senso di una ricerca in continua e meditata evoluzione secondo una personalissima scrittura. Una scrittura che gli ha permesso di definire la rappresentazione della Sacra Sindone, esposta al Museo della sacra Sindone o il Trittico dedicato alla ‘Passione’ per la Chiesa Arcivescovile di Biella. In ogni caso Cottino risolve e affida il suo pensiero a una sperimentazione che travalica la semplice adesione al vero per entrare in un universo di affascinanti ‘reperti’, che sembrano appartenere a lontane galassie di una evocata spazialità”.