Antonio Presti è un cuneese d’adozione. Nel 1969, tiene la sua prima personale alla Galleria Il Re d’Aremi a Caltanissetta all’età di 17 anni. I dipinti del periodo universitario a Palermo (ha frequenta la Facoltà di Medicina nel 1972/73) sono caratterizzati da una forte carica sociale. Dal 1974 al 1978 ha pubblicato 4 cartelle comprendenti ciascuna sei linoleografie in bianco e nero e a colori dedicate alla sua gente di Sicilia, pubblicati su alcune riviste di Arte e Cultura, tre le quali, nel dicembre del 1975, “Il foglio d’arte”. La sua migrazione in Piemonte, nel 1975, lo ha portato a Sauze d’Oulx (To), località nella quale, insieme a tre amici, ha fondato la Libreria-Galleria d’Arte “Spazio” e ha curato interessanti esposizioni di artisti torinesi (Ezio Gribaudo, Mario Gambedotti, Giò Minola) e artisti nisseni (Franco Spena, Andrea Vizzini). Il contatto con la natura dei boschi e il silenzio della montagna lo hanno ispirato a creare, come ha scritto Giuseppe Piccoli, “un originale intreccio di rappresentazioni arboreo-climatiche-naturalistiche”. Nel 1979, si è trasferito a Cuneo e nel suo atelier/laboratorio situato nel centro storico ha sviluppato e realizzato vari cicli dedicati agli alberi. Parallelamente ai “Resti d’Opera”, sta portando avanti l’installazione modulare “Alberi infiniti” in continua crescita, come cresce il bosco (misura attualmente 25 metri), ed è stata già esposta nell’agosto del 2012 alla
manifestazione “Arteingiardino” ad Oulx (To). Nelle performance dei “Resti d’Opera”, riprese in video a Cuneo, Parigi e in Sicilia, lanciate su you-tube, l’artista frantuma e trasforma le sue opere per una causa pro o contro (dedicato alle donne vittime di violenza fisica e psico-logica, contro la fuga dei cervelli all’estero, ecc.). La metamorfosi dei dipinti sacrificati ha generato i “Resti d’Opera”, che l’artista mette sotto-vuoto o in barattoli di vetro etichettati, numerati e firmati, per conservarne la memoria. Attualmente vive ed opera tra Torino e Parigi, dove realizza i suoi “boschi della memoria” su carta recente ed antica che trova nei “marchés aux puces” parigini, per farne acquarelli e tecniche miste. Ha partecipato a molte collettive e personali a Ferrara, Palermo, Cuneo, Bologna, Sanremo (Im), Rimini, Oulx (To), Parigi e più di recente a Savigliano (Cn), Bossolasco (Cn), Mondovì (Cn), Roma, Napoli, Carmagnola (To), Gubbio (Pg), Torino. Secondo Angelo Mistrangelo, il suo è un “naturalismo rivisitato, con una ricerca attenta ai valori del colore e della materia, con una figurazione legata a una visione della realtà […] che trova un determinante riscontro nell’osservazione del paesaggio circostante, nell’incanto della luce che s’insinua tra i grandi alberi”.