Galleria

en plein air

Scultura d’inverno

Frans Ferzini

Tempere

20 x 20 cm

2023

Frans Ferzini è nato a Torino nel 1953. Originario del dominio Mathildico della Valle dei Cavalieri (Pr), nel 1980 si è diplomato in Scultura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino sotto la docenza di Sandro Cherchi, vincendo il Premio Uberti. In seguito, si è specializzato nel settore lapideo ottenendo l’attestato al corso di “Taglio e Lavorazione del marmo, delle pietre e delle pietre dure”, tenuto nel quadriennio accademico dallo scultore Pietro Lorenzoni. Negli anni 1980-81, ha lavorato saltuariamente presso la cava dei Canaloni (Carrara) e di La Cappella (Seravezza) come riquadratore a mano di blocchi a taglio speciale di marmo Bianco Statuario e Bardiglio. È stato Professore di Scultura e Anatomia fino al 1995 nel Liceo Artistico di Ivrea e ha partecipato a diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Alcuni lavori si trovano, oltre al territorio nazionale, in Francia, in Svizzera e in Belgio. Dal 1981, si è interessato alla Land Art con particolare interesse all’integrazione delle opere lapidee nell’ambiente montano. Come scultore, ha allestito alcune mostre personali, tra le quali si segnalano: 1983 – Installazione agli Antichi Chiostri, Torino; 1984 – Promotrice delle Belle Arti, Torino; 1988 – Galleria Il Brandale, Savona; 1989 – Galleria Fluxia, Chiavari (Ge); 1989 – Turin-Berlin, Simposio, Centro Zenit; 1992 – ES Galleria, Pinerolo (To); 1994 – Tempio Valdese, Torino; 1995 – Sala Paschetto, Torre Pellice (To). Tra le mostre collettive a cui ha partecipato, si possono ricordare: 1979-81 – IX-X Biennale del disegno, Torre Pellice (To); 1984 – Galleria Sincron, Brescia; 1985 – Bienal de Pintura y Escultura, Universidad Politecnica, Madrid (Spagna); 1985 – Artstudio, Berlin (Germania); 1987 – Real Jardin Botanico, Madrid (Spagna); 1989 – Chiostro dello Juvarra, Torino; 1990 – Castello San Giusto, Trieste; 1990 – Milan Art Center, Milano; 1991 – ExpoArte, Bologna; 1993 – Boulder Lodge Concepts Gallery, Brisbane (Australia); 1994 – Galleria Quantica, Torino. Attualmente opera come scalpellino per la lavorazione manuale dei marmi, graniti e pietre, nell’incisione epigrafica monumentale e decorativa, eseguita a mano, su lapidi funerarie ed ecclesiastiche, nel restauro dei marmi antichi e rifacimento degli arredi marmorei, in modo itinerante secondo la più concreta tradizione dei Magistri Commacini.

È stato membro dell’organizzazione “Men of the Stones” di Stamford (Inghilterra). Fa parte del comitato direttivo de “L’informatore del marmista” e di “Marmor” della Zusi Editore di Verona. A Torino è scalpellino presso il Santuario Nostra Signora della Salute e presso la Sacra di San Michele. È membro dell’EASMS (European Association of Stone Masons and Scultptors). Nel 2017-18, ha diretto alcuni stage sulle tecniche tradizionali di lavorazione sul marmo presso il CCR (Centro Conservazione e Restauro) dell’Università del Restauro della Venaria Reale (To). Con il geologo Gianni Boschis gestisce la storica Cava d’Andrade della Sacra di San Michele (To). Medievalista specializzato nella storica tradizione della lavorazione della pietra, ha partecipato ad alcuni convegni e conferenze tra cui: 2009 – XIX Convegno Sacrense con l’intervento “Dalla Torre di Babele alla Gerusalemme Celeste”; 2014 – XXIII Convegno Sacrense con l’intervento “Le pietre scolpite e l’antica cava dell’Abbazia”; 2019 – Conferenza alla Sacra di San Michele intitolata “Maestranze e antica tecnologia della pietra”. Frans Ferzini supporta la sua attività lavorativa e creativa di scultore e di maestro lapicida con impressioni coloristiche o studi dal vero condotti sulle pagine di appositi libretti o quaderni di schizzi, dedicati all’osservazione di cime rupestri e luoghi montani in cui si estrae il marmo, restituendoli con un segno lineare che scorre rapido e sintetico o con colori vivaci e contrastanti, stesi con immediatezza e temperamento espressionistico. Frutto di una riflessione personale sulle forme scultoree asciutte e minimali dei cosiddetti Monolithi, i progetti dei Ferzbau (il nome è un gioco linguistico composto con la radice del cognome di Ferzini e l’aggiunta del suffisso inteso come omaggio a Schwitters e ai suoi “Merzbau”) e dei fogli da spolvero, dedicati agli organismi monolitici denominati Absolut, sono realizzazioni grafiche eseguite sia con segni multipli, insistiti e dinamici, sia con pennellate ampie e distese di un nero profondo, che interagisce con i vuoti del supporto, dando vita a scarne, ma efficaci allusioni a evidenze scultoree  pronte a farsi concrete e che rispondono a un criterio di valori plastici che l’artista immagina guidati da un preciso intento  espressionistico e minimalista.