Galleria

en plein air

Senza titolo

Antonio Carena

Litografia

20 x 20 cm

2008

Antonio Carena (Rivoli/To, 1925 – 2010), dopo essersi diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, alla scuola di Pittura di Enrico Paulucci e Mario Davico, ha esposto nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia. Nel 1951, ha vinto il Premio “Dino Uberti” per il migliore allievo dell’Accademia   di Torino; e nello stesso anno il Premio per la Cattedra di Pittura alla II Mostra Nazionale delle Accademie di Belle Arti a Napoli. Le sue opere dal 1950 sono esposte nella personale al Circolo Europa Giovane di Torino nel 1955, presentate da Albino Galvano. Seguono le personali alla Galleria Notizie di Torino (testi di A. Galvano e L. Pistoi); nel 1959 alla Medusa di Roma (testi di A. Galvano e L. Pistoi); all’Ariete di Milano (testo di F. Russoli) e alla Galleria Notizie di Torino (testo di M. Tapié). Nello stesso anno, ha partecipato, tra 16 artisti italiani, alla mostra internazionale “Arte Nuova” al Circolo degli Artisti di Torino, curata da M. Tapié e L. Pistoi. Nel 1960, ha esposto alla Galleria Il Cancello di Bologna (testo di E. Crispolti); nel 1961 alla Galerie de Seine di Parigi (testo di M. Tapié). Dal 1961 al 1963, ha diretto la Galleria L’Immagine a Torino, dove Aldo Mondino ha tenuto la sua prima personale nel 1961 e Piero Gilardi nel 1963. Le sue prime ricerche oggettuali (le Carrozzerie del 1963; le Pellicole e le Trance metalliche del 1964) sono esposte nel 1965 alla Galleria Sperone di Torino e alla Galleria Scipione di Macerata (testo di E. Sanguineti). I suoi primi Cieli del 1965, dipinti a aerografo su tela, le Levitazioni del 1969/70 e le Scritte del 1971 sono esposte in personali in varie gallerie italiane: a Il Punto di Torino nel 1968 (testo di P. Fossati) e alla Cadario di Roma e di Milano; nel 1969 al 

Museo Municipale di St. Paul de Vence; nel 1970 alla Galleria Martano di Torino; nel 1971 alla Galleria del Cavallino di Venezia, alla Rotta di Genova e a Il Fauno di Torino; nel 1977 alla Bussola di Torino; nel 1988 alla Galleria Peccolo di Livorno (testo di M. Bandini); nel 1990 al Palazzo della Regione e alla Galleria Nuova Gissi di Torino (testo di M. Rosci); nel 1992 alla Galleria Pino Casagrande di Roma; nel 1994 a Palazzo Lomellini di Carmagnola; nel 2000 alla Galleria Arteregina con presentazione di Angelo Mistrangelo; nel 2003 alla Galleria Arteregina con presentazione di Francesco De Bartolomeis oltre le partecipazioni alle principali collettive del periodo. Nel 1968-1969, ha insegnato Pittura al Liceo Artistico di Cuneo; e dal 1970 al Liceo Artistico di Torino; dal 1993 è stato docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Cuneo. Ha decorato con inserti di Cielo numerosi palazzi pubblici e privati, tra i quali la volta dello scalone del Castello di Rivoli (1984); il Salone Riunioni della Martini e Rossi di Ginevra (1986); alcuni soffitti dell’Hotel de Ville D’Albrèt a Parigi (1989). Antonio Carena, artista ribelle e spirito libertario ribollente di energia intellettiva, è giunto all’invenzione iperrealista delle sue “cielagioni” dopo un lungo percorso di ricerca. Quei cieli azzurri attraversati da nuvole dipinte in trompe-l’oeil sono come artifici iconici spersonalizzati dell’assoluto, che si ritrovano sui più diversi supporti oggettuali, dalla tela alle pareti di una stanza, dalla pellicola fotografica alla carrozzeria di un’automobile, sempre sorretti dall’intento dichiarato nei suoi aforismi di “coltivare l’ironia per slontanare l’idiozia” e di “evidenziare l’artificioso avanzante” con “gusto dissacratorio”.