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Senza titolo

Antonio Sofianopulo

Olio su tela

20 x 20 cm

2020

Antonio Sofianopulo è nato nel 1955 a Trieste, città in cui vive e lavora. La semplicità che ha raggiunto con la sua pittura è il frutto di un lungo lavoro operato sul linguaggio, attento sia alla contemporaneità sia al proprio sentire intimo ma anche determinato, il che fa di lui uno degli autori più interessanti e originali che attualmente operano nel campo della pittura figurativa sia in Italia che all’estero. Questo pensiero di sinergia e preminenza sulla contemporaneità circostante è confermato in catalogo (con riproduzioni a colori e testi critici di E. Di Mauro e B. Brollo, Juliet Editrice, Trieste 1999) da Di Mauro: “Nella pittura di Sofianopulo il peso della storia è condizione necessaria ma non sufficiente, il peso delle passate stagioni si sposa felicemente al qui e ora. Il concettualismo affiorante nelle sue opere, così come nelle prove dei migliori pittori attuali, trova la sua evidenza nella forma simbolica dell’immagine, nell’ironia di titoli non casuali, corollario importante delle composizioni”. “Lo zio, Cesare Sofianopulo, pittore e letterato greco, e la madre, Renata Piccolo, ritrattista e paesaggista, influiscono sicuramente” sull’”interesse artistico” di Antonio. “Così, cresciuto a stretto contatto con l’arte, come afferma lui stesso in un’intervista con Elena Pontiggia, ha imparato più dalla madre che dalle scuole d’arte.

Se l’abilità tecnica risponde ai principi dell’accademia, l’ambientazione delle sue opere non segue alcuna regola. I soggetti di Sofianopulo vivono in un universo che risponde a (non) leggi proprie. Gli alberi affondano le radici nel cielo, l’orizzonte diventa una linea di simmetria che riflette immagini non necessariamente speculari e i pesci nuotano nell’aria. Le sue opere sono ambientate in un mondo surreale, che tuttavia trova un suo equilibrio. Presi singolarmente riconosciamo tutti elementi attinti dalla realtà, ma collocati e rapportati in modo inusuale. La mancanza di leggi fisiche come l’assenza di un centro gravitazionale o le proporzioni innaturali che vedono l’uomo ancora più piccolo di quanto non sia già rispetto alla natura, non lasciano regnare il caos. È un mondo sognante che non si trasforma mai in un incubo, non emergono spiacevoli sensazioni di disagio come può accadere con certi artisti surrealisti. ‘Il doppio mi accompagna nei quadri come in ogni esperienza che diviene nostra proprio perché è sempre accostata a qualcosa di simile già conosciuto in precedenza’” (articolo di Alice Iacopino del 4 febbraio 2021 in https://tosellieisuoiartisti.altervista.org/antonio-sofianopulo/).