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en plein air

Stay human

Federica Grandi

Tecnica mista su tela

20 x 20 cm

2023

Federica Grandi, veneta di origini, è nata nel 1956 a Montebelluna (Tv), città d’arte tra il Piave e le quinte delle Dolomiti bellunesi, ed è vissuta poi a Venezia città paterna. Proprio nel vivido mondo artistico veneziano, si delineano e si mantengono vivi gli interessi per l’arte e la natura. Vive e opera a Trezzo sull’Adda (Mi). L’esistenza di Federica Grandi si caratterizza per un’intensa volontà dialogante con il mondo, con le persone e con la Natura, che nelle opere pittoriche e ceramiche si arricchisce di nuove forme espressive e creative. Ha conseguito il diploma di Liceo Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1974 e nonostante sia poi approdata ad altri studi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova, ha continuato a partecipare a mostre collettive. Stimolo ed insegnamento le sono derivati da tre maestri: Ferruccio Bortoluzzi (moderno poeta); Lucio Andrich, di cui va ricordata ora la Casa Andrich a Torcello che è la Casa Museo della coppia di artisti Clementina e Lucio; Fabrizio Plessi (tecnologo-naturalista). Il dialogo artistico discontinuo per necessità, ma sempre esplorativo verso nuove tecniche, come la ceramica, forme espressive che valorizzano la matericità e il colore, tecniche terragne ma intense e raggianti, per adempiere alla propria necessità di ricerca. Grazie alle lunghe passeggiate lungo i fiumi Adda e Brembo, si è potuta dedicare alla decorazione di pietre e sassi e altri materiali raccolti lungo le rive.

Per un breve periodo ha insegnato Storia dell’Arte presso un liceo classico e scientifico milanese. Ha collaborato con il gruppo Pittori trezzesi, poi Gruppo Artisti Trezzesi di cui è stata presidente. Con il gruppo Arte Vaprio ha partecipato a collettive e mini-personali sul territorio dell’Adda Martesana e a Milano con LEARTIPOSSIBILI, portando alcune sue opere a mostre collettive come Tasselli di carta-incontri possibili, Rame, Lana-dal bianco al nero. Queste ultime sue esposizioni testimoniano la sua predilezione a lavorare con gruppi che valorizzano le diverse sensibilità, le differenti formazioni culturali e sociali e che appagano il concreto e vitale desiderio di Comunità. Ha infatti partecipato ad una Via Crucis corale in ceramica raku donata alla locale Casa di riposo per la Cappella e sempre con il GAT (Gruppo Artisti Trezzesi) ad un murales di piastrelle di benvenuto ai bambini di diverse etnie a scuola, posto davanti ai cancelli della Scuola primaria, dove prima vi erano violenti graffiti. Da ultimo, in ordine di tempo, il suo contributo alla mostra/installazione dal titolo Macchia dopo macchia: la tradizione avanza, organizzata presso il Palazzo delle Stelline a Milano da “Arte da mangiare mangiare Arte” con una tovaglia d’artista per Olio Officina Festival.