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en plein air

Tani otoshi (Caduta nella valle)

Giuseppe Bedeschi

Tecnica mista su carta

20 x 20 cm

2022

Giuseppe Bedeschi è nato nel 1958 a Lugo (Ra), dove tutt’ora risiede. Artigiano edile, allenatore sportivo judo, numismatico. Autodidatta, ha iniziato la sua attività artistica nel 1978 attraverso la Mail Art, la poesia visiva e la pittura, nella quale manifesta una forte tensione per il linguaggio dell’espressionismo astratto e l’informale, con cui sa tradurre visivamente gli impulsi interiori e le risposte indefinite agli interrogativi sullo scorrere del tempo, sulla vita e sulla morte. I suoi primi dipinti, molto informali, sono dedicati al tema simbolico della terra, successivamente ha realizzato dipinti su carta e chine incentrati sul simbolo dell’aria, ora è il momento del simbolo dell’acqua e della barca. Al centro dei suoi ultimi dipinti, si ritrova l’immagine di una o più barche, che per l’artista assumono il valore di un simbolo sia delle sue radici originarie, sia del viaggio per acqua, in questo caso nelle acque dell’inconscio. I titoli dell’ultimo periodo rimandano ai viaggi, al confine, al limite da oltrepassare e a volte sono scritti in giapponese (come ad esempio “tani otoschi” (caduta nella valle). Dal 1980, opera attivamente a numerose attività culturali ed espone in svariate mostre personali e collettive. “In ognuna delle mie barche”, ha specificato Giuseppe Bedeschi in merito alla sua personale dal titolo Il ventre delle barche, organizzata al Magazzino del Sale Darsena di Cervia (Ra) tra aprile e maggio 2018, “è presente una parte di me, la mia interiorità, la parte più intima della mia anima. Il tema della barca mi è molto caro, lo scoprii da giovane vedendo un’antica barca romana in un museo, ne rimasi affascinato.

Ne dipinsi alcune, in una versione molto più realistica e molto meno colorata rispetto a oggi, poi mi dedicai ad altri soggetti, fino a quando dal mio inconscio non riemerse prepotentemente questa figura inedita di barca sospesa nelle nostre acque vallive, quelle del Delta del Po” (https://www.ravennanotizie.it/cervia/2018/04/12/mostre-il-ventre-delle-barche-al-magazzino-del-sale-30-opere-di-giuseppe-bedeschi/). E il critico d’arte Aldo Savini, presentando la personale che Bedeschi ha intitolato Il mare della vita, tenutasi tra aprile e maggio 2019 negli ampi locali della Galleria Spazio 98 di Lugo, ha scritto al riguardo: “’Si sta come d’autunno / sugli alberi / le foglie’. Per Bedeschi le barche hanno lo stesso impatto evocativo delle foglie, indipendenti dalle coordinate storiche, in una dimensione atemporale. E se Marina Abramovic nel manifesto per la Barcolana di Trieste dello scorso anno lanciava l’altisonante proclama, che si presta a diverse interpretazioni, ‘Siamo tutti sulla stessa barca’, Bedeschi con toni più dimessi suggerisce, almeno mi pare, un annuncio che coinvolge l’intimità personale perché vuole dire che quelle barche ‘sono-siamo-noi’, immersi, o gettati come avrebbe detto Heidegger, nel mare della vita” (https://www.ravennatoday.it/social/segnalazioni/il-mare-della-vita-dal-6-aprile-al-5-maggio-a-lugo-va-in-scena-giuseppe-bedeschi-che-torna-nella-sua-cittadina-con-una-suggestiva-personale-di-pittura-6618860.html).