Galleria

en plein air

Trappola

Ornella Rovera

Fotoceramica e ferro

20 x 20 cm

2016

Ornella Rovera è nata a Torino nel 1961. Si è diplomata in scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 1987 e nello stesso anno ha conseguito la qualifica di grafico pubblicitario al corso biennale serale presso la Scuola d’Arte Applicata e Design di Torino. Negli anni dal 1987 al 1990, ha seguito i corsi internazionali di tecnica dell’incisione: calcografia e litografia rispettivamente con Renato Bruscaglia e Carlo Ceci presso l’Accademia Raffaello di Urbino, serigrafia con Matilde Dolcetti presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Il dialogo fra i diversi linguaggi artistici, in particolare tra la fotografia e la scultura, e la sperimentazione dei materiali come strumenti evocativi, sono fra gli aspetti che caratterizzano la sua ricerca. Nel 1990, è stata invitata dal critico Mirella Bentivoglio a Fotoidea mostra internazionale itinerante curata dalla stessa Bentivoglio. Fra le personali recenti: “Configurazioni, indagini poetiche e strutturali”, Galleria Unique, Torino 2016; “Di-Segno femminile, inganno e reificazione”, a cura di Paola Zorzi, Villa Cernigliaro, Sordevolo (Bi) 2017; “Trappole e Paesaggi”, a cura di Eleonora Fiorani, SpazioDolomiti, Milano 2017; “Corpo Errante”, a cura di Eugenio Alberti Schatz, BACS di Leffe (Bg) 2019. È docente di Tecniche della Scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dopo aver insegnato la medesima disciplina all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. 

Nell’ambito artistico-didattico è curatrice di progetti con enti e istituzioni pubbliche e private, tra cui “Artenatura”, 2013, in collaborazione con Arte Sella di Borgo Valsugana (Tn), e “Mimesis Art”, 2014, con il PAV di Torino. “Ornella Rovera”, ha scritto Eleonora Fiorani per la mostra torinese del 2016, “costruisce opere fatte di fotografia e di ferro facendo interagire i due linguaggi per creare una realtà altra, lavorando sul loro incontro, sulle trasformazioni della forma che tale incontro determina e facendo deragliare l’opera in uno spazio aporetico in cui l’immagine e la cosa fanno tutt’uno”. E nel 2019, per il Centro indipendente BACS, l’artista ha inteso far riflettere sulla condizione femminile attraverso l’utilizzo di determinati simboli che ne costituiscono altrettante metafore. Come ha osservato Eugenio Alberti Schatz: “Una scala introflessa. Una cintura trasparente. E un potente, incontrovertibile grembiule da lavoro. Su questi archetipi si sviluppa la riflessione ad alta voce di Ornella Rovera. Ad alta voce, poiché quando si ragiona sui simboli, non ci sono molti posti dove andare a nascondersi. In questa mostra ogni affermazione pare essere accompagnata dal suo contrario: è un elogio del dubbio, delle certezze calcificate che smottano verso un campo del possibile più ampio e aperto”.