Elena Monaco è nata a Carrù (Cn). Vive e lavora a Torino. Ha studiato al Liceo Artistico e all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, nei corsi di Pittura. Sempre presso questa Accademia, ha frequentato la Scuola libera di nudo e i corsi di Laurea in Grafica d’Arte. Ha partecipato ai corsi estivi di Grafica presso l’Accademia di Urbino. Ha insegnato disegno anatomico e tecniche pittoriche all’Istituto Europeo del Design. Ha esposto in molteplici mostre personali e collettive in Italia e all’Estero: Torino, Novara, Bologna, Milano, Genova, Savona, Ferrara, Firenze, Trieste, Venezia, Roma, Urbino, Salerno, Campobasso, Clermont Ferrand (Francia), Ginevra (Svizzera), Museo di Antalya (Turchia), Biblioteca di Alessandria (Egitto), Bihac (Bosnia), Sarajevo (Bosnia), San Carles de la Ràpita (Spagna), Peso de Regua (Portogallo), Pechino (Cina), Guanlan (Cina), Bitola (Macedonia), Bucarest (Romania), New York (USA) ed altre. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia ed all’Estero. Come ha scritto Angelo Mistrangelo, in occasione della mostra collettiva Alle radici della democrazia. Testimonianze d’arte, tenutasi a Palazzo Lascaris nel 2009: “La linea quanto mai robusta, ferrea, incisiva
di Elena Monaco, unica presenza femminile in mostra, definisce i parametri dell’’Indistruttibilità del male’, di quel suo affermare gli elementi di un dramma che emerge attraverso le mani legate, la divisa di un deportato ridotto a un numero anonimo, il filo spinato che impedisce la fuga verso la libertà”. Ha quindi puntualizzato Giovanni Serafini, a commento della personale alla Libreria Bocca di Milano dello stesso anno: “Centralità essenziale ed eccelsa dei lavori di Elena Monaco è il corpo umano, pretesa somiglianza di Dio e potenzialità blasfema, protagonista di dannazione in assidua lotta con l’anima, troncone di carne tormentato da cupi pensieri, enigmatica espiazione di colpe di cui non conserva memoria. ‘Ho voluto rappresentare – dice la Monaco – l’’irrapresentabile’ attraverso la cosa più rappresentata nei secoli, il corpo, per trasmettere sensazioni tuttora oscure per la scienza: amore, rabbia, violenza, crudeltà, sensazione del limite, terrore, pulsione a trasgredire’. E la scommessa era riuscire a farlo in forma classica, la più difficile poiché con essa si sono misurati i più grandi”.