Anna Maria Borgna è nata e lavora a Torino. Si è diplomata al Liceo Artistico e all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, seguendo i corsi di Massimo Quaglino e Francesco Franco. Insegnante e formatrice pedagogica e didattica per gli insegnanti, ha condotto laboratori di pittura, cinema, animazione teatrale, etc. Si dedica da anni alla ricerca sull’arte dei diversi e all’arte terapia, in studio e in sedi istituzionali. È autrice di varie pubblicazioni: 1972 – AA.VV., Teatro a Cascine Vica. Psicologia e didattica della creatività nell’espressione, Edizioni COOP; 1975 – F. Passatore, ANIMAZIONE DOPO. Un’infanzia protagonista, A. Borgna, C. Capranico (cap), Emme Edizioni; 1976 – AA.VV., DDS/UNO. Diapositive sonore per la scuola media, C.D.R., Torino; 1978 – AA.VV., Conosci la tua Regione, Progetto grafico e illustrazioni, C.D.R., Torino; 1987 – AA.VV., Creatività, Quaderno n. 2, CIDI di Torino; 1989 – A. Borgna, E. Saraceno, Creare, Zanichelli, Bologna; 1989 – AA.VV., Un pittore per la pace. Picasso, Video del CIDI/Centro Archimede di Torino; 1990 – Acqua, fuoco e altre figure, Educazione all’immagine in una
prima elementare, CENTO FIORI, CIDI di Torino; 2010 – AA.VV., Torino. Camminando di qua di là dal Po, Graphot ed., Torino; 2015 – A. Borgna, Le piccole storie di fuoco acqua aria e terra, Graphot ed., Torino. Ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive. Anna Maria Borgna, come lei stessa ha dichiarato per il sito internet di arpnet.it, è pittrice che nutre una grande passione per il mondo del “meraviglioso”, del “fantastico” e dell’”immaginario”, da cui trae figure di “archetipi” sedimentati nella mente umana e che si manifestano in veste di “forme simboliche”. Dipinge “soggetti” instabili, metaforici, e “atmosfere” allusive, che svelano il suo mondo interiore e la sua percezione continuamente mutevole della realtà. Predilige la pittura all’acquerello su carta di diverso peso e grana, capace di assorbire le pennellate di colore “trasparente, delicato e luminoso, ma anche intenso”. L’acquerello, per Anna Maria, riesce a cogliere “l’impermanenza dei soggetti, la loro instabilità, che dilata e contiene, che sfuma e nello stesso tempo definisce”.