Luciano Fiannacca è nato nel 1951 a Genova, dove vive e lavora. Dal 1966 al 1970 ha compiuto gli studi presso il Liceo Artistico “Nicolo’ Barabino” di Genova. Ha esordito nel 1969 nella mostra ordinata da Germano Beringheli “Esperienze giovani nell’Arte contemporanea a Genova”. Tra il 1971 e il 1974 ha dato vita, con gli amici Torri e Cortesogno, ad un laboratorio di serigrafia attorno al quale hanno ruotato numerosi giovani artisti e anche molti delle generazioni precedenti; i tre hanno proposto alcune mostre corredate da proiezioni di audiovisivi e da allestimenti. Nel 1975 ha tenuto la sua prima mostra personale. Nello stesso anno gli viene affidata la cattedra di discipline pittoriche presso lo stesso liceo che lo aveva visto studente. Nel 1976 una sua opera è entrata a far parte della collezione Ghiringhelli, oggi al museo di Villa Croce di Genova. Nel 1977 ha partecipato alla mostra “Il segno dis-velato”, curata da Marisa Vescovo per la Galleria Rinaldo Rotta di Genova. Nel 1978 gli viene assegnata la borsa di studio “Duchessa di Galliera”, che gli ha consentito di soggiornare a Londra e avvicinare le opere di Turner e di Rothko. Negli anni Ottanta e Novanta ha collaborato con diverse gallerie di Genova, Arenzano e Savona, ha compiuto
viaggi negli Stati Uniti d’America e ha esposto a Milano, Monza, Bologna, Roma, Firenze, Madrid, Barcellona, Amburgo, Gant, Stoccolma, Parigi. Si è dedicato al contempo a nuove ricerche anche nel campo della ceramica, con opere di grandi dimensioni realizzate nelle fornaci di Albissola ed esposte a Faenza, a Savona e nel Museum of international Ceramic Art di Middelfart in Danimarca, oltre che nel campo dell’arte vetraria. Dal 2000 ad oggi, ha tenuto numerose mostre personali in spazi pubblici e privati in Italia, tra Liguria, Lombardia e Piemonte. La ricerca artistica di Fiannacca si fonda sull’espressione gestuale immediata e spontanea, tradotta in stesure di concrezioni materiche colorate, dagli esiti imprevedibili, ma con un istintuale controllo della struttura compositiva astratto-geometrica che si viene a formare sotto la sua mano e i suoi occhi. I suoi dipinti sono costruzioni e insieme cancellature che lasciano trapelare il susseguirsi di tormenti e sensazioni fissati nel loro momentaneo apparire. Il mondo reale si dà quindi come consistenza di materie e di segni primari, che l’opera traduce in emozioni o in passioni da condividere con l’osservatore.